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E poi c’era Lisa

Era un periodo che le cose giravano bene. Avevo 15 anni, il lavoro in una pizzeria che avevo trovato mi piaceva tanto. Ero bravo e finalmente mi sentivo importante. A scuola ero uno dei tanti, o meglio mi sentivo sempre il ‘fesso della situazione’, preso in giro, mai considerato. Quello che se anche non c’era, nessuno se ne sarebbe accorto. Ma lì, tra impasti e farine io mi sentivo un grande. E poi c’era lei, Lisa.

Iniziamo a frequentarci e io perdo completamente la testa per lei, siamo stati assieme per sei anni, ci vedevamo tutti i giorni, un rapporto quasi morboso. Nonostante ora avessi una ragazza continuavo ad essere molto insicuro, cercavo di seguire le mode senza però trovare mai la mia identità, la mia personalità, fondamentalmente non mi piacevo.

Lisa mi accompagna per tutte le superiori, ci diplomiamo e ormai siamo all’università, mancavano pochi esami alla laurea ed io inizio ad immaginarmi il mio futuro con lei, voglio sposarla. Lei però non vuole, lei vuole viaggiare, conoscere il mondo, io invece sono incastrato nella vecchia mentalità e penso solo al matrimonio. Ho pensato che non mi amasse, quindi la lascio, scelta di cui, poi, mi pentirò amaramente. Ero distrutto, chiuso nelle mie idee, non volevo mostrare a nessuno il mio dolore. Anche a casa con i miei non parlo mai, ero estremamente in difficoltà, come da piccolino avevo l’impressione di deluderli se avessi mostrato le mie debolezze, il dolore però c’è ed io lo sento forte.

Continuo a lavorare fino a quando una sera mentre lavoro con Marco, un mio collega, gli confido che sono giù di corda perché mi sono lasciato con Lisa. Lui non ci pensa due volte, mi dice vai, sali in macchina che andiamo a farci un giro, ci penso io a tirati su il morale…

Poco dopo siamo in auto, io guido, lui invece al mio fianco tira fuori un sacchettino con della polvere bianca, ne butta un po’ su un cd e prepara due righe. Non l’avevo mai vista, mi ero solo fatto qualche canna, e bevuto, avevo paura ma di lui mi fidavo. Era cocaina, ho tirato, siamo tornati al lavoro e per tutta la sera abbiamo fatto avanti e indietro dal bagno. Non mi sono più fermato e ho rovinato tutto. Lavoro, amici, la mia famiglia. Mi trovo solo, con le spalle al muro, senza più niente. Ed è a quel punto che decido di tornare a vivere.