Versando l’ultima lacrima

In un giorno che chiunque potrebbe definire qualunque, vedo qualcosa che forse avrei sempre voluto vedere

Versando l’ultima lacrima, vedo una nuvola diversa dalle altre per forma e colore. Decido di seguirla perché una nuvola così non è una cosa che si vede tutti i giorni. E poi c’è sempre lo spettro della notte fonda che si aggira reclamando nuove lacrime innocenti, anche se le mie tanto innocenti non sono. Comunque il colore è il più bello che si possa vedere nei cieli, con quelle rifrazioni opaline multicolori che noi uomini non sapremmo creare. Anche la forma è particolare, soffice e rotonda quanto la perfezione di una Venere richiede, con labbra carnose che formano un sorriso insieme celeste e volgare, un misto tra un’aurora boreale e una ballerina di avanspettacolo che ti ruba anche l’ultimo dei pensieri. Quindi mi tocca accelerare, col di lei sorriso davanti e la Notte Fonda che congela i miei ultimi passi e i talloni, di poco in posizione arretrata rispetto al resto del corpo e che saranno i primi ad essere catturati. Non è una vita facile date le insidie che il Terreno mi ha preparato, mal celando l’annosa inimicizia nonché l’annoso sodalizio con la Notte Fonda, ma non importa perché quanto più alzo il naso, tanto più sento l’esotico calore che rinnova il suo aiuto aumentando e moltiplicando all’ infinito i suoi colori, mentre le labbra si muovono e suggeriscono di aumentare ulteriormente il passo, a cui obbedisco quasi correndo. Le code dei miei occhi riescono a veder morire il giorno sotto i colpi della notte che avanza e sotto i piedi ormai bruciati dal gelo scorrono sterpi e cristalli, e i piccoli animaletti che saggiamente si sono messi al riparo, guardano questa corsa contro il tempo che vede la Notte Fonda, affamata di tutto, lanciare le sue reti in avanti. La nuvola ora sfodera tutto il suo arsenale, con lingue di fuoco rosso vivo che escono dalla bocca deflagrante, in un disperato tentativo di aiutarmi, mentre corro, puntando al cielo, bruciato dal calore e dal gelo di qualcosa che continua a cambiare. Le fiamme si stanno spegnendo e le labbra, ormai del tutto serrate, segnano una seriosa battuta d’arresto per quel cuore che anche se stupito, cerca ancora di battere qualche colpo, come se facesse il massaggio cardiaco a se stesso. E io, uomo freddato dalla Notte Fonda, porto ancora negli occhi e nel viso il ricordo indelebile di un amore soffice e rotondo quanto la perfezione di una Venere richiede.

Fedsca
Tratto da “Sanpanews – Voci per crescere” n° 68 – maggio 2022