Voglio sentirmi unica

Questo è il mio sbaglio, voglio sentirmi unica. Bramo il senso di unicità più della felicità stessa, il perché lo faccia mi è ancora alieno

Ma cosa significa essere unici? Essere la dedica di una persona, e l’espressione del trasporto che ne vincola il legame. Essere quel qualcosa di nuovo, che regala quello che tutto ancora c’è da scoprire. Essere ciò che permette di riscoprirsi, e piacersi. Perché voglio essere unica per qualcuno? Perché il senso di appagamento deriva dal fatto che mi regalo ad un’altra persona? Ho bisogno di sapere che rappresento qualcosa di speciale, che non sono un semplice ripetersi di quel che è già stato vissuto. Ma non lo sono mai. E non potrò mai esserlo. E questo non mi dà pace. Alle due di notte, seduta sul pavimento, ripenso a quella cazzo di canzone. Mi bastava uno sguardo, un sorriso, un’intesa; ma non potevi concedermeli, non volevi, non potevi. Lo capisco, davvero, ma non lo accetto. La mia è una necessità malata. Giusta. Ma ingestibile, che mi investe, che mi travolge. Perché non riesco a fartela capire? Perché non riesco a trasmetterti la mia urgenza nel sentirmi importante per qualcuno? Per te. Ho lottato, sempre, per essere all’altezza, per essere notata. Per essere al primo posto, almeno per una volta. Ma non posso essere sempre la prima. Non riesco a scalzarmi dalla testa che essere unici non per forza significa essere arrivati primi, e questo mi crea enormi difficoltà. Non posso combattere il passato. Agogno le premure altrui più di quanto ammetta, ed è questo il mio reale problema. Perché lo faccio? Perché nutro il costante desiderio di essere l’unica per qualcuno, quando dovrei invece, semplicemente, cercare di essere abbastanza per me? È un interrogativo a cui ancora non riesco a dare risposta. È l’Interrogativo, che ancora guida la mia persona con insistenza, e questo solo perché glielo permetto. Sto impostando la mia vita alle dipendenze del servilismo, quando vorrei solo, almeno per una volta, essere io ad indossare quella cazzo di corona, ed essere sommersa dalle considerazioni. La verità, però, è che non faccio nulla per andare a prendermela. Mi accomodo sulla speranza che un giorno sarà mia, e nell’attesa soffoco la delusione in un muto pianto. Le lacrime scorrono, silenziosamente, gridando il mio stato d’animo al mondo. A te!

Asia
Tratto da “Sanpanews – Voci per crescere” n° 75 – dicembre 2022