Non sono io

Mi ricordo bene quella sensazione prima di entrare. Potevo anche non drogarmi, non avere l’astinenza, ma non sarebbe cambiato niente. Avevo perso tutto. Anzi, no: l’avevo buttato via

Avevo allontanato ogni amico che mi aveva voluto bene. Io non volevo amici, volevo dei complici, delle persone che mi permettessero di farmi male. Non avevo qualcosa che mi piacesse fare. Non mi fregava niente dello sport, della televisione, delle mode, della mia famiglia, dei miei fratelli, delle cose che volevano raccontarmi gli altri. Non avevo nessun obiettivo. Avevo lasciato la scuola, non avevo un lavoro. Non sapevo fare niente, non mi piaceva niente. Continuavo a spacciare, a rubare, a chiedere soldi a mio padre. Avevo diciannove anni ma se guardavo avanti non vedevo niente. Ogni volta che pensavo di rialzarmi, di ricominciare, mi guardavo intorno e vedevo solo schifo. La depressione di mia madre, che da dieci anni andava avanti, è odio per mio padre, A i miei fratelli, che avevano vissuto le mie stesse situazioni. Li vedevo soffrire, a modo loro, e io non riuscivo a fare niente. Non avevo una soluzione a tutto questo, ma non reggevo tutto quel peso. Così continuavo a scegliere la soluzione sbagliata: spegnere tutto. Non sentire niente. Fermarmi mi sembrava impossibile. Forse aspettavo che qualcuno mi fermasse. Forse aspettavo che tutto andasse male. Dopo tanti anni a Sanpa sono riuscito a rimettere insieme i pezzi di quella vita distrutta. Ho delle cose a cui tengo che riempiono la mia vita e non le darò più per scontate. Ho anche un sogno. Mi sono rimesso a studiare per realizzarlo, anche se sembra folle. Ma in fondo oggi ho ventitré anni, se devo sognare, tanto vale farlo in grande. Anche la mia famiglia sta meglio. Forse è grazie alla mia scelta che mia madre si è fatta aiutare, uscendo dalla depressione. Le cose, in qualche modo, le stiamo mettendo a posto, tutti insieme. Non rischierò più di perdere tutto questo. Amici, sogni, famiglia. Non sono cose scontate, non più. Sono parti di quello che sono, della vita che mi sono ricostruito. Non ho più intenzione di perderli. Se oggi dovessi spiegare a qualcuno, perché la droga ti distrugge l’anima, gli racconterei la mia storia, in questo modo. Se esiste una cosa che mi allontana da questo, da tutte le parti importanti di quello che sono, quel qualcosa non può essere buono, mai. Quel “qualcosa” non sono io.

Fede
Tratto da “Sanpanews – Voci per crescere” n° 70 – luglio 2022