Vado bene così

Il mondo è cambiamento. Il tempo cambia ciclicamente le cose, le persone, è una cosa naturale. Io non penso di essere cambiata per il tempo, ma per il dolore. Non volevo più essere la ragazzina a cui poteva essere fatto del male

Ho iniziato a fumare le sigarette. Prima quelle, poi le canne. Non me ne fregava di chi mi diceva che fosse sbagliato. Mi circondavo di persone che la pensavano come me. Stavo cambiando tutto: ho iniziato a mettere le ‘panta’, le scarpe larghe e i dilatatori. Dopo il primo tatuaggio, ho scoperto che mi piaceva quel mondo, come mi guardavano gli altri e come mi sentivo io. Non avrei mai fatto a meno di tutte queste cose. Non so se sia stato il giudizio degli altri a farmi male, forse in realtà era il giudizio che avevo io su me stessa. Continuavo ad avvicinarmi a persone come me, che soffrivano per le stesse cose e che le nascondevano come facevo io. Eppure non mi sentivo a mio agio, non fino in fondo. Ci guardavamo a lungo, vedevamo il nostro riflesso negli occhi dell’altro, ma non ci davamo forza a vicenda. Non parlavamo mai di noi. Era come confermare ogni volta che per quelli come noi non c’era una via d’uscita. Quando sono arrivata a San Patrignano mi sono state tolte queste cose. Non avevo il telefono, i dilatatori alle orecchie, le sigarette, gli atteggiamenti da strada, la droga, o tutte quelle cose che raccontavano chi volevo essere. Qui l’ho capito grazie al confronto con altre ragazze, perché anche per loro era uguale: queste cose erano tutte delle maschere, che io mettevo tra me e il mondo. Perché ero sempre partita dal presupposto che, così com’ero, non sarei mai andata bene. Mai. Non ho mai mosso un passo verso il cambiamento, ho sempre deciso di scappare dalla realtà. Non sono mai voluta crescere. Avevo paura delle responsabilità. Se devo essere sincera ancora oggi è così. Non sono cambiata, ho solo iniziato ad accettare che ho una paura tremenda di me stessa nel mondo. Sono solo stanca di piangere, di non andare bene. Ogni tanto avrei voglia di essere all’altezza delle aspettative, mie e degli altri. È questo che muove i miei passi. Sono le parole di alcune compagne di stanza, che quando stanno male cercano me. Sono i momenti in cui le mie azioni possono essere utili a qualcuno. Non mi era mai successo di sentirmi così, non è per niente una cosa scontata, è potente. Per me almeno è così. E anche se di strada ne ho ancora tanta di fronte a me, voglio rincorrere questa luce. Forse in fondo troverò quella me stessa adulta, sana, forte. Quella me stessa che andava bene così, com’era all’inizio.

Anna
Tratto da “Sanpanews – Voci per crescere” n° 70 – luglio 2022