Polaroid

Spacciavo, avevo i miei soldi, mi sapevo muovere da sola: non avevo più bisogno di stare con i grandi per sentirmi grande. Pensavo di essere riuscita a conquistarmi il mio posto in mezzo agli altri senza bisogno di qualcuno che mi portasse con sé

Ci ritroviamo io e la M. da sole. Quelli con cui uscivamo non approvavano certe cose, così cominciamo a uscire con un’altra compagnia. È suo cugino ad introdurci in questo nuovo gruppo, dove non esistono regole e limiti. Quello che io facevo da poco tempo, loro lo facevano da tanto e sembrava che se ne fregassero di tutto. Continuavamo a girare per le discoteche, così tra me e la M. il rapporto diventa sempre più forte. Ancora più esclusivo. Condividevamo tutto, ridevamo e piangevamo per le stesse cose. Fino al giorno del regalo. Per il suo compleanno le regalo una macchina fotografica, una polaroid, e una serata speciale. La fotografia era una passione che aveva da sempre, ma un’istantanea ancora non ce l’aveva. Era sabato, ero euforica. Oltre alla macchina, le faccio trovare altre due cose: il biglietto per entrare alla discoteca ‘top’ di Brescia, e quattro pasticche di ecstasy. Due per me e due per lei. Non lo avevamo mai fatto, non le avevamo mai volute ma quel giorno avevo deciso di cambiare tutto. Non sarei stata più quella che spacciava per conto di altri. Io non ero quella che doveva uscire con i più grandi per sentirsi qualcuno. Guardavo quelle pasticche, il mio biglietto per un mondo solo mio. Erano rosa con la forma in rilievo di un bacio, non sembrava nulla di nocivo, anzi: tenerle in mano mi dava un senso di eccitazione. Un po’ avevamo paura ma lo avremmo fatto insieme. Fino a quel momento le avevo spacciate per conto di altri, quindi le avevo sempre avute tra le mani. Vedevo gli altri prenderle, trasformarsi, cambiare. Volevo essere come loro. Non più spettatrice, ma protagonista di quel mondo in cui mi muovevo da sempre senza farne davvero parte. Non era solo il compleanno della M. Non mi stavo preparando a festeggiare solo lei. Stavo festeggiando anche e soprattutto il mio cambiamento. Non so bene cosa pensavo di fare, cosa speravo accadesse. Fatto sta che le butto giù e comincio a sudare, a vedere le cose diverse, a sentire la musica in maniera totalmente differente: come se mi entrasse dentro, nei muscoli e nelle ossa. Anche alla mia amica accade la stessa cosa e insieme ridiamo e balliamo. E tutto il tempo lei mi guarda e mi scatta una foto, in quella serata nuova, quelle facce diverse di felicità sintetica. Più vedo quel flash contro di me, più sento che mi sto allontanando. Ci perdiamo e ci ritroviamo varie volte, in giro o in bagno finché una delle due non si accorge che sta uscendo il sole, è l’alba quando decidiamo di tornare a casa. Guida G., come al solito, non perché beve o si droga meno degli altri però sicuramente lo regge meglio. Io e la M. siamo distrutte, spalmate sui sedili dietro. Arriviamo a casa mia. Rimane a dormire da me: meglio non farsi vedere dai suoi messa così! Entriamo senza far rumore e ci infiliamo in camera, lanciamo i vestiti in giro e ci mettiamo sotto le lenzuola. Mi sembrava di non aver dormito mai in tutta la mia vita, i muscoli erano tutti indolenziti. So solo che da lì inizia a precipitare tutto. Passo dopo passo. Giorno dopo giorno. Da quel momento saremo state sempre messe così. Pasticche, md, Ketamina. Sono passate settimane, poi mesi e poi anni. Ho smesso di pensare e di andare a scuola, col tempo ho smesso anche di tornare a casa. Tutto è diventato piatto. Con la M. non ci siamo più viste. E non solo con lei. Mi sono accorta che ho perso tanto tempo. Tanti anni di cui non ho nessuna foto, nessun biglietto, nessun messaggio. Tempo di cui non ho ricordi, di cui probabilmente non ne vorrei. E ci ho pensato oggi, mentre sono qui in Comunità e sono tranquilla come forse non lo sono mai stata. Ho in mano una foto che per caso era nei jeans, in un pacco di vestiti che mi hanno inviato. È la foto di poco prima che iniziasse tutto questo. È una polaroid che ritrae due ragazze che ridono con la bocca spalancata, in camera da letto, mentre fanno vedere due biglietti per una discoteca ‘top’ di Brescia. Due ragazze che hanno scritto su quella foto “Brescia / 21-09-2012 / ricordi importanti”. Due ragazze che non si immaginavano cosa sarebbe accaduto da quel momento, da quella sera, da quello scatto.

Tratto da “Sanpanews – Voci per crescere” n° 72 – settembre 2022