Ci siamo conosciuti in un pomeriggio d’estate grazie ad un amico comune. Sei arrivata al parco con la tua decapottabile nera. Ricordo che indossavi un paio di occhiali da sole molto grandi che ti coprivano il viso e una minigonna mozzafiato
Sei rimasta con noi tutto il pomeriggio, a bere e a fumare. Parlammo di musica e di serate in discoteca. Io avevo appena iniziato ad andare a ballare. Erano gli anni d’oro dell’hardstyle e dell’hardcore. Poi ti sei tolta gli occhiali, ricordo benissimo quel momento. Per la prima volta vidi i tuoi occhi, due enormi occhi verdi, un po’ arrossati dall’erba. Quello sguardo mi rimase impresso nella mente. Parlai di te ad un amico, sapevo che ti conosceva, dovevo trovare il modo di rivederti. Passarono mesi prima che ciò accadesse. Settembre 2006, apertura del ‘Due’ di Cigliano. Ero in cerca di pastiglie e mi portarono da una ragazza che ne aveva da vendere. Eri tu. Restammo insieme tutta la notte e ritornai a casa con te. Da quella notte i nostri destini si incrociarono in un vortice di eccessi. Ormai l’uso di cocaina ed eroina era diventato quotidiano. Tutti i giorni si andava nei boschi a caricare e in zona tutti ci lasciavano i soldi per procurare loro la droga. Insieme a te mi sentivo importante. Per un sacco di tempo avere la droga in tasca non fu mai un problema. Ci arrestarono. Fu la prima volta ed eravamo insieme. Io fui rilasciato perché minorenne e perché la droga l’avevi tutta tu. Per tutti i mesi dei domiciliari non ci fu occasione di vederci e io dovetti trovare nuove strade per non rimanere a corto di sostanze. Quell’episodio fu l’inizio della fine del nostro rapporto. Dopo l’arresto le persone si allontanarono da te, avevi perso gran parte del giro. L’unica cosa per cui ti cercavano, me compreso in fin dei conti. Sapevo di piacerti, l’ho sempre saputo, ho fatto perno sui tuoi sentimenti tante e tante volte per ottenere quello che volevo. Ti ho usata, ti ho illusa. Mi facevo regalare eroina per venire a letto con te, per stare in tua compagnia e quando la droga finiva, io sparivo. Lo sapevo io e lo sapevi anche tu. In fondo andava bene a tutti e due. Nel giro di pochi mesi sei tornata a spacciare. Tornarono i clienti, i soldi e io ormai non servivo più. Le nostre strade si divisero. Tu ti davi agli spacciatori in cambio di droga, io avevo iniziato a bucarmi. Era il 2011 e io ero entrato nella prima comunità. Ci siamo rivisti dopo quattro anni. Riconobbi la tua macchina nel parcheggio del bosco, bussai al finestrino. Fu uno shock vederti in quello stato. Non sembravi neanche tu, la droga ti aveva mangiato viva, i tuoi capelli e i tuoi bellissimi occhi verdi erano solo ricordi. Restai con te tutto il pomeriggio. Mi raccontasti di tutte le cose brutte che ti erano capitate, eri stanca di stare male, di essere usata e abbandonata dalle persone. Mi sentivo in colpa, mi vergognavo di fronte al tuo dolore. Non ci perdemmo più di vista, nonostante vivessimo due vite differenti ci si incontrava spesso nei soliti posti, con la solita gente a condividere disperazione e siringhe. L’ultima volta che ti vidi fu poco prima di iniziare a frequentare l’associazione che mi avrebbe aiutato ad entrare a San Patrignano. Passasti a prendermi in stazione per portarmi a prendere la roba. Non lo sapevo, ma quelli sarebbero stati gli ultimi momenti che avremmo condiviso. Eravamo due morti viventi, schiacciati dal peso di tutti i nostri errori. Io vivevo in macchina e tu in una casa occupata da emarginati e spacciatori che abusavamo di te per qualche pera al giorno. Prima di salutarci mi hai dato una foto: 2007, eravamo insieme, belli e sorridenti. I tuoi occhi erano luminosi, come la prima volta che ti avevo incontrata. Non li rividi mai più. Ho scoperto solo un mese fa che non ci sei più. Ti hanno trovata distesa su un prato, in mezzo ad un bosco. Non si sa da quanto tempo eri lì. Finalmente è arrivata la pace anche per te. Quanto avrei voluto sapere che anche tu eri riuscita ad aggiustare la tua vita! Ma non ce l’hai fatta. Eri troppo fragile e avevi perso le speranze. Sono stato tanto male, quando ho saputo della tua scomparsa. Rabbia, tristezza, sensi di colpa. Penserò a te ogni volta che mi capiterà di perdermi di nuovo dentro a dei meravigliosi occhi verdi.
MaBe
Tratto da “Sanpanews – Voci per crescere” n° 71 – agosto 2022