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Beauty case

Otto meno cinque, mi sveglio con i brividi. Cavolo, è tardissimo, devo sbrigarmi. Sposto il mio letto di cartoni vecchi. La grata su cui stavo sdraiata, sta facendo uscire lo sfiato della caldaia. Il vapore del centro commerciale è gratis e fa dormire al caldo: piccoli trucchi che impari alla svelta, se vivi per strada

Purtroppo quando arriva l’astinenza fa sempre freddo e c’è solo un vapore che ti fa passare quei brividi: quello dell’eroina. Sposto la mia valigia in un angolo, nascondendola sotto i cartoni. Prendo il mio beauty case e mi fiondo dentro il centro commerciale. Gli inservienti puliscono i bagni per le otto e dieci, devo fare in fretta. Entro nel bagno delle donne quasi correndo, do un’occhiata in giro ma non c’è nessuno. Comincio a tremare davvero troppo, devo farmi, non ce la faccio più. Apro il beauty, tiro fuori la busta, ne verso metà sul lavandino e la tiro tutta. Tutti i dolori e i brividi passano in due secondi. Mi sento addirittura a mio agio. Poi all’improvviso entra una signora. D’istinto metto la busta nel beauty, prendo la prima cosa che trovo e faccio finta di truccarmi. Con la matita cerco di disegnarmi il contorno dell’occhio alla bene e meglio. La signora resta lì a guardarmi per qualche secondo, poi si gira ed esce. Si vede proprio che sono una tossica. Mi guardo allo specchio. Oddio, ho fatto un gran casino, non sono più capace di truccarmi. È passato tanto tempo ormai. Guardandomi adesso mi rendo conto che ho un aspetto terribile. Provo a bagnarmi la mano e a schiacciarmi i capelli un po’ in giù, ma sono troppo crespi, è inutile. Mi giro ed esco, non ho più voglia di guardarmi. Tanto non serve a niente. Cinque e quarantacinque, suona la sveglia. Sono a Sanpa. Tra quaranta minuti la stanza si alza, devo fare in fretta. Ancora stanca e pesante mi tiro su di controvoglia. Devo vincere la mia pigrizia. Vado in bagno e mi sciacquo la faccia. Ora sto meglio, posso cominciare. Apro il mio amato beauty case e tiro fuori la matita. Comincio a truccarmi. A un certo punto la matita mi scivola, sbaglio. Mi allontano un attimo e mi guardo allo specchio. Mi guardo bene in faccia, con quella sbavatura sotto l’occhio, e mi ricordo della mia vita due anni fa, prima di entrare. Mi ricordo il mio letto di cartone, l’odore del vapore.
Quante mattine mi sono svegliata per strada, sciacquandomi la faccia nel bagno del centro commerciale prima di partire alla giornata. Come una scema sorrido da sola, specchiandomi, alle sei del mattino. Perché oggi mi sento bella. Oggi mi sento una donna. Mi ricordo com’era guardarsi nello specchio, quelle mattine, quello stesso specchio che adesso è qui di fronte a me. Oggi la mia vita è diversa. Sono truccata, con il pigiama addosso. Quello sbavo sotto l’occhio mi ha fatto tornare in mente perché avevo perso la voglia di guardarmi allo specchio. Mi guardo negli occhi e riconosco la stessa ragazza che due anni fa non voleva più guardarsi in faccia, che si vergognava delle scelte che aveva fatto. La donna che pur di non affrontare i suoi problemi era scappata, fino ad arrivare a quel punto. Ma oggi mi sento diversa. Sono diversa. Sotto quel trucco vedo davvero chi sono, come lo vedevo anni fa, sotto lo sporco che mi copriva il viso. Oggi vedo una ragazza che finalmente sta cercando di cambiare, e che soprattutto ha riscoperto la bellezza del prendersi cura di sé. Vincere la pigrizia e alzarsi ogni mattina, compiere un semplice gesto, mi permette di sentirmi davvero una ragazza, di guardarmi dritta negli occhi e vedere davvero chi sono, oltre ogni maschera. E come una scema sorrido da sola, specchiandomi, alle sei del mattino. Perché oggi mi sento bella. Oggi mi sento una donna.

Tratto da “Sanpa News – voci per crescere” n.11 Agosto 2017