Quattro anni scivolati in fretta e tu mi piaci come sempre, forse anche di più.
Sto fissando la pioggia che cade fitta, il vento crea vortici di petali, nubi grigie sovrastano il cielo. E’ così tanto tempo che non parliamo che non so più nemmeno se sono in grado di farlo. E’ difficile trovare le parole quando per così tanto tempo hanno parlato gli sguardi. ‘Come stai? Cosa fai? A cosa pensi?’. Queste sono le prime cose che ti chiederei. Se chiudo gli occhi, il rumore della pioggia mi trasporta lontana. Torna indietro a un paio di anni fa quando il freddo ed il temporale erano i nostri unici nemici, le nostre uniche paure. Ancora la sento tutta quella umidità che mi penetra nelle ossa. Sono le prime ore del pomeriggio, non saprei dire, non saprei dire esattamente l’ora. Sono troppo stordita per saperlo. Apro gli occhi, svegliata da un tuono; sento il rumore della pioggia che cade e l’odore dell’asfalto bagnato mi entra nel naso. Non so dire che giorno sia, tanto quando si è in mezzo ad una strada sono tutti uguali. Tu stai dormendo al mio fianco, come sempre. La lucidità mi assale, assieme al senso di schifo. Come mi sono ridotta? Perché sono arrivata a questo punto? Perché non sono riuscita a fermarmi? Domande inutile ormai, visto che tanto in questa situazione ci ‘sguazzo’ da un po’. Per la strada fanno male i giorni, figurati i mesi…gli anni.
Sono seduta con le gambe incrociate sui cartoni che ci fanno da letto. Ti accarezzo il viso e la tua barba ispida mi punge una mano. La ritraggo in fretta, scoppio in lacrime, mi dispero perché non vedo una via di fuga, un’uscita da tutta quella merda. L’unico appiglio che la mia mente trova è la risposta più semplice ai miei problemi…devo farmi ora. Subito.
Allungo nuovamente la mano sul tuo volto per svegliarti, mi bagno la mano accarezzandoti. Sei sveglio e stai piangendo anche tu. Un brivido mi corre lungo tutta la schiena, sbatto le palpebre, metto a fuoco ciò che vedo, in un attimo sono di nuovo qui a Sanpa, seduta a scrivere guardando la pioggia cadere fuori dalla porta. Sono protetta e al caldo, sono viva. Sorrido e penso che anche se mi manchi, anche se la fatica è ogni giorno più grande, sei qui anche tu e, soprattutto, sei vivo anche tu.
Elena
Tratto da “SanpaNews”. Scopri come riceverlo.