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Come se non fosse successo niente

Si incominciavano a intravedere delle luci, dopo qualche minuto eravamo dentro. La disco era al pieno della sua vita, era notte fonda ormai e mi sentivo a casa.

Quella musica così martellante mi dava una sensazione di pace interiore, bloccando ogni mio pensiero, e per starci dentro le paste erano la cosa migliore.

Nessuno mi osservava come mi capitava sempre, ovunque io fossi e con chiunque mi trovassi. I miei amici mi venivano a salutare felici di vedermi, ero in pace con il mondo. La mia unica preoccupazione era la roba. Dopo aver trovato la migliore, andavo in pista più vicino possibile alle casse così la musica mi invadeva la mente e potevo partire per il mio “viaggio” nel vuoto.

4 del mattino. Vedo la gente che comincia a correre, una ragazza è a terra con le convulsioni: si stava ingoiando la lingua.

Arriva l’ambulanza e i carabinieri. Momenti di panico. La portano fuori.

Quando sale in ambulanza e gli sbirri se ne vanno tutto torna alla normalità, la cassa riparte e io torno nel mio “mondo” fatto di vuoto. Anche i suoi amici sono accanto a me. Ballano felici. Come se non fosse successo niente.

Le luci dell’alba illuminano le facce cupe e distorte che ho intorno. E’ quello che resta di una notte di droga senza freni. Io mi allontano dalla folla, esco fuori e mi vado a sedere in un prato, un po’ umido per la brina del mattino. Sono sola. Gli altri se ne sono andati senza neanche salutarmi, senza chiedermi se avevo bisogno di un passaggio. Mi hanno lasciata lì.

Quella sensazione di solitudine e vuoto che mi accompagna da sempre ricomincia a farsi viva e penso.

Chissà quella povera ragazza. Chissà se anche uno solo dei suoi amici si è chiesto come sta.

Sono amici quelli?

Se fossi stata io quella ragazza?

Tiro fuori dalla tasca i miei attrezzi e dall’altra la mia migliore amica, la roba, così il pensiero se ne va.

Mi allontano. Devo arrivare a casa. E’ mattina presto. Fuori dall’edicola la prima pagina del quotidiano locale: ragazza minorenne morta di overdose…

Un brivido mi sale lungo la schiena. Cammino, trascinandomi lungo le strade che mi portano a casa. Potevo essere io quella ragazza e i miei amici mi avrebbero lasciata lì, da sola. Come adesso.