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Fatiche guadagnate

Mi sveglio, apro le palpebre ma le richiudo subito perché dalla finestra splende un piccolo raggio di sole che mi fa bruciare gli occhi. Mi rigiro nel mio comodissimo letto pulito e anche se è ora di alzarmi decido di rimanere ancora un po’ sotto le coperte, calde e morbide. Penso a tutte le cose che ho da fare oggi. Dopo aver fatto colazione andrò a visitare la scuola del turismo che frequenterò fra pochi mesi, poi nel pomeriggio andrò in centro con mia sorella e alla sera uscirò con un’amica. Mi alzo, vado in salotto, saluto la mia famiglia, faccio colazione e mi vesto con assoluta calma ascoltando un po’ di musica. Mi sento proprio bene, serena e appagata. Mi lascio cullare da questo senso di pace, tranquillità e soddisfazione. Passo del tempo con la mia famiglia, coltivo i rapporti con i miei amici, mi ritengo molto fortunata perché ho tante persone che mi vogliono bene e che ci sono per me sia nel bene che nel male. Con loro mi diverto, rido e scherzo e riesco ad affrontare anche argomenti seri e importanti. Ho proprio voglia di mettermi in gioco, di scoprire e vivere nuove cose. Voglio viaggiare, conoscere, esplorare. Voglio sentire ogni emozione, sia bella che brutta, gioiosa o dolorosa senza dover più soffocare niente. Mi sento viva, vera, senza nascondermi da me stessa o dagli altri. Sono sensazioni oneste e profonde. Ho bisogno di fare ancora un po’ di lavoro su me stessa ma sicuramente rispetto a prima sono un’altra persona. Ora ho dei sogni, degli obbiettivi per cui lottare ed andare avanti. Prima la mia vita non aveva un senso, era vuota e insignificante. Era un continuo rincorrere qualcosa che alla fine era sempre irraggiungibile. Ricercare continuamente di tappare buchi e riempire vuoti senza mai affrontare realmente il mio malessere, continuando a sentirmi sempre incompleta. Ancora oggi ci sono giorni in cui sto male, ma affronto le cose in maniera diversa, cerco di andare nel profondo di me per capire e risolvere il problema. Mi siedo sul divano vicino ai miei fratellini, li guardo con un sorriso e penso a quanto sono fortunata ad essere ancora qui, sana e salva. Tutta la fatica, i problemi e il dolore che ho sempre evitato e anestetizzato con la droga, cercando vie più facili e soluzioni semplici, mi si sono ripresentati davanti colpendomi come uno schiaffo secco in faccia quando sono entrata in Comunità, a San Patrignano. Sono stata malissimo e quella parte di me che ho sempre rifiutato perché mi faceva troppa paura ce l’avevo di fronte senza poter più scappare. Dopo anni di lavoro, confronto, dolore ma anche soddisfazioni e riconquiste, finalmente sto riuscendo a volermi un po’ più di bene. Cerco di accettarmi per quella che sono. Quella parte di me che prima rifiutavo, ora mi rende orgogliosa e mi spinge ad andare avanti. Ho dei sogni, degli obiettivi e cerco di dar un senso alle mie giornate lottando per le cose importanti a cui tengo.

Sheila
Tratto da “Sanpanews – Voci per crescere” n° 68 – maggio 2022