A casa, oltre a mia madre e mia sorella, c’è sempre stato anche lui: chiuso nel suo dolore, immerso in un mondo parallelo, nascondeva una sofferenza che non faceva percepire a nessuno. Ho provato spesso a immaginare, ma solo ora ho capito quello che realmente provava
Non mi sono mai goduto la mia infanzia perché sono continuamente stato sballottato a destra e a sinistra dalla fretta nell’inseguire mia sorella che era sempre irraggiungibile. Sono cresciuto in mezzo alle urla, alle litigate e alla disperazione. Mia sorella non la vedevo mai, e quelle poche volte che tornava a casa era sempre scazzata. Non abbiamo mai avuto un dialogo, tanto meno un rapporto, per me era come se lei non esistesse. Dentro di me provavo odio, rancore, ma anche desiderio di cambiamento. Lei però non cambiava in meglio, anzi peggiorava ogni giorno. Tornava sempre a casa con quelle occhiaie nere, gli occhi spenti e le braccia piene di segni. Non capivo esattamente cosa significasse, ero troppo piccolo, ma sapevo che lei era molto vicina alla morte. Una volta siamo andati a trovarla in clinica dopo una delle sue overdose, non l’ho neanche riconosciuta. Non riusciva a parlare e a camminare. Ho cercato per tanto tempo di rimuovere quelle brutte immagini dalla testa ma ogni volta che ero da solo mi tornavano in mente. Crescendo mi sono chiuso nella consolle, nei videogiochi, un’altra realtà che mi sembrava molto più bella di quella che ho sempre vissuto. Giocare, immergermi in un altro mondo, finto, surreale, è ormai diventata la mia vita. È una via di fuga, un passatempo per occupare la mia mente e distrarla dal dolore che mi circonda. Mia mamma è sempre stata presente, ha fatto di tutto per noi e non ci ha mai fatto mancare nulla ma è stata mangiata dalla frustrazione e dalla preoccupazione di aiutare Sheila, che tanto falliva ogni volta. Mio padre è stato poco presente, non ci faceva mancare nulla dal punto di vista economico, ma l’affetto e la figura di un padre, di cui avrei avuto bisogno, non c’erano nella mia vita. Ma un giorno, e questo giorno non me lo dimenticherò mai, è cambiato tutto. Mia sorella è finalmente entrata a San Patrignano. Erano anni che aspettavo questo momento, un po’ di pace, un po’ di serenità. Sono stati anni difficili, tormentati, pieni di paure e dubbi, rabbia e tristezza. Adesso mi manca da morire, perché è lontana, ma prima era vicina e la sentivo più distante. Non so se ci credo ancora, perché mi ha promesso tante volte di cambiare, ma questa volta sento qualcosa di diverso, qualcosa di vero. Sono passati tre anni, tra poco la rivedrò, qui a casa. Non vedo l’ora di stare con lei, con mia sorella. Quella sorella maggiore che per anni ho desiderato di avere.
Articolo di Liam tratto da “Sanpanews-Voci per crescere” N° 62 novembre 2021
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