Dai workshop educativi al volontariato, non mancano le occasioni per trasformare l’estate in un momento di crescita e formazione. Esperienze che si rivelano spesso indimenticabili
Provati ma fortificati. Più saggi, consapevoli e determinati nel volere essere protagonisti e costruttori del mondo che li attende nell’età adulta. È il ritratto estremamente positivo degli adolescenti italiani emerso da un sondaggio condotto dall’Unicef sul futuro post-Covid. La ricerca, che ha coinvolto 2000 giovani tra i 15 e i 19 anni, è stata proposta dall’agenzia Onu con l’obiettivo di sondare la condizione dei giovanissimi italiani e valutare le conseguenze della pandemia in corso e del duro lockdown affrontato nei mesi passati. A formulare il questionario sottoposto ai partecipanti al sondaggio sono stati gli stessi ragazzi, una quindicina in tutto riuniti in un gruppo di lavoro supervisionato dai professionisti dell’Unicef. Una volta analizzati, i risultati si sono rivelati in qualche modo sorprendenti: nonostante le dure restrizioni, gli adolescenti hanno manifestato una grande resilienza di fronte agli eventi avversi che hanno travolto la loro vita. Per molti di loro, l’isolamento imposto dall’epidemia ha rappresentato un’opportunità di crescita e riflessione. Spesso l’emergenza ha migliorato le relazioni in famiglia e con i propri conviventi, mentre il tempo libero avuto a disposizione in seguito alla sospensione di ogni tipo di attività ha permesso a tanti di scoprire nuovi hobby e passioni, tra musica, lettura e cucina. Ad aiutarli in tutto il periodo del lockdown è stata ovviamente la naturalezza con cui i giovanissimi vivono le relazioni attraverso i dispositivi digitali, che hanno permesso di superare il senso di solitudine. Ad emergere in maniera prepotente dal sondaggio è inoltre il bisogno manifestato dagli adolescenti di essere più coinvolti nelle decisioni che riguardano il loro futuro, manifestando un forte desiderio di uguaglianza e solidarietà. “Sono stato racconta Andrea Iacomini, portavoce Unicef Italia — letteralmente strabiliato dalla capacità di questi ragazzi di testimoniare alcune esigenze su temi attuali”. Da questo bisogno di essere ascoltati e incidere nella vita comune, è nata l’idea di pubblicare un manifesto che raccogliesse le richieste avanzate dai giovani alle istituzioni in questo momento di ripresa dopo l’emergenza. Articolato in dieci punti, “The future we want” riesce a testimoniare il valore positivo che gli adolescenti possono promuovere e amplificare all’interno delle loro comunità. I giovani, in particolare, chiedono maggiore impegno nella lotta alla discriminazione e all’hate-speech, più tempo da dedicare al prossimo, il superamento delle disparità legate a provenienza, disabilità e genere. “Immaginiamo — si legge nel primo punto del manifesto un futuro più attento ai bisogni e alle aspirazioni di tutti e vorremmo partecipare attivamente alla sua costruzione”. Nei punti successivi i ragazzi affrontano tematiche ambientali, relazionali e sociali, sottolineando in maniera chiara l’importanza dell’istruzione nella loro crescita e il diritto allo studio che deve essere garantito anche nelle fasce economiche più deboli. Allo stesso tempo gli adolescenti riconoscono il valore delle attività extra- curriculari e socio-ricreativo, che dovrebbero essere sostenute e incentivate con campus sportivi e artistici gratuiti e aperti a tutti, soprattutto per chi ha problemi economici. La speranza adesso è che il mondo della politica e degli adulti in generale sappia recepire le istanze dei cittadini più giovani. “Il futuro post-Covid sottolinea Francesco Samengo, presidente Unicef Italia è ciò che lasciamo a queste generazioni, un ritorno alla normalità che non necessariamente è quella pre-Covid-19 ma una realtà nuova, in cui si riconoscono”.
Articolo di Cristina Lonigro tratto da “Sanpanews-Voci per crescere” N° 048 settembre 2020
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