Bip-bip-bip! Oh no, è già ora di svegliarsi. La mattina non c’è suono più fastidioso di quello della sveglia che mette in moto i miei pensieri. Mi alzo ancora assonnato, mentre aspetto il mio turno per andare in bagno. I miei compagni di stanza mi guardano, sorridono. Cosa avranno da ridere oggi? Devo avere una faccia davvero sconvolta
Appena entro in bagno per lavarmi faccia e denti, questo pensiero vola via. Esco velocemente e mi faccio il letto, mi metto i vestiti e scendo per arrivare in salone a fare colazione, insieme a loro. Dalla camera al salone c’è un breve tragitto. Mentre cammino, i miei occhi godono di uno degli spettacoli più meravigliosi del mondo: l’alba, che stamattina tinge tutto di arancione e viola. Quando arrivo in salone i miei compagni continuano a ridere e lì capisco che c’è qualcosa che non va. “Basta ragazzi ditemi che vi prende”.
“Luca, oggi hai l’invito, viene a trovarti la tua famiglia”.
Il mio cuore si ferma, lo sguardo si impalla, i pensieri cominciano a girare vorticosamente nella testa, facendomi perdere l’appetito. Dentro di me c’è un vulcano di emozioni che sta eruttando, i ricordi e le immagini di mio padre, mia madre e mia sorella che vengono fuori senza che possa controllarli. Finisco colazione in fretta, torno in camera a farmi una doccia e mi preparo al volo per questa data importante. Quasi non ci credo. Sono dieci lunghi mesi che aspetto questo momento.
Le gambe mi tremano. Non so esattamente cosa mi aspetta, ho un po’ paura… cioè, non è paura… sono emozionato.
Per chi abita a San Patrignano, il primo invito è una giornata avvolta nel mistero, dove tutto può accadere, dove i sogni diventano realtà.
Arrivo in settore, alle Grafiche. Tutti i miei amici mi abbracciano contenti, dicendomi “tranquillo! andrà tutto bene”, ma io non sento niente: le persone muovono la bocca, ma il mio cervello sta pensando a lei.
Mi metto a sedere, vado alla mia postazione di lavoro e tento di fare qualcosa per star tranquillo. Ho una grande ansia, ma allo stesso tempo mi sento bene. A un certo punto, dal corridoio sento delle voci a me familiari. Comincio a sorridere, il cuore mi batte all’impazzata. In quel momento realizzo cosa sta succedendo.
Lo vuoi sapere, amico mio, cosa sta succedendo? Beh, innanzitutto mi presento. Io mi chiamo Luca, ho 22 anni e sono a San Patrignano da 10 mesi. Oggi è un giorno speciale, che ho atteso davvero con ansia: dopo quasi un anno posso passare una meravigliosa giornata con la mia famiglia. La prima che mi raggiunge è la mia sorellina, corre verso di me come se non mi vedesse, senza rallentare quando è vicina, anzi corre ancora di più e mi salta addosso. Mi dice “Luchino mi sei mancato tantissimo!! Ciao Fratellone!”. Mi bacia, si stacca un attimo e mi guarda. Ci guardiamo negli occhi così intensamente che i miei occhi diventano i suoi. Dentro di me si rompe qualcosa. Forse l’ultima maschera della mia vecchia personalità. Finalmente sono pronto. Nel frattempo mi raggiungono anche gli altri. Mio padre mi stringe forte e si mette a piangere. Non so cosa dire, mi esce solo un “mi dispiace”.
Lui è rosso in faccia, si tocca con la mano la bocca, i suoi occhi color ghiaccio diventano ancora più trasparenti, poi è la volta di mamma, poi di mio fratello e la mia sorellona. Torno da mia sorella Irene, come attratto da qualcosa. Sono felice di vedere tutti loro, ma ho una voglia irrefrenabile di guardare di nuovo dentro gli occhi di Irene. La fisso un attimo, come se non ci fossimo mai divisi. E in un istante RICORDO TUTTO. I miei genitori ‘complicati’, l’orfanotrofio, l’adozione, la mia nuova mamma e il mio nuovo papà. I miei momenti difficili, troppo difficili. La mia vita riflessa negli occhi di Irene. Sempre. Riempirò fogli, pagine di ricordi. Ti racconterò tutto, amico mio. Lasciami solo il tempo di respirare e di ricordare ogni cosa.
Luca
Tratto da “SanpaNews”. Scopri come riceverlo