Mi chiamo Andrea, sono un meccanico. Ho sempre avuto la passione per i motori e le macchine potenti; mi è sempre piaciuto andare veloce, spingermi verso il limite, ovviamente non solo sulla strada
Ho cominciato presto ad avere a che fare con le sostanze. A tredici anni già non andavo più a scuola, pensavo soltanto al mio lavoro e al mio tempo libero. Poi un giorno non l’ho più fatta. Avevo tutto, il lavoro, i soldi, la famiglia, un bambino fantastico. Eppure non avevo niente. Vivevo solo per le droghe, alienandomi nel mio lavoro come se fosse un gioco, dimenticandomi di tutto e tutti. La realtà era che non riuscivo più a portare avanti la mia vita, né a fare qualcosa di buono per chi mi voleva bene. Così ho fatto la scelta migliore: ho preso coraggio e sono entrato a San Patrignano.
Oggi sono quasi due anni che sono qui, pian piano sto rimettendo insieme i pezzi della mia vita che avevo lasciato indietro. Purtroppo la situazione con mio figlio e gli assistenti sociali non è semplice. L’ho rivisto qualche mese fa per la prima volta, ed è stato bellissimo, sono stato letteralmente travolto dalle emozioni. Quando ha urlato il mio nome e mi è corso incontro ho dovuto trattenere le lacrime che si accalcavano dietro i miei occhi. In quel momento dovevo soltanto riabbracciarlo, fargli forza e giocare un po’ con lui, come un bravo papà.
In tutto questo tempo, come potevo comunicare con lui? Io non sono bravo con le parole, sono solo un meccanico. Non è facile stare vicino a un bambino di cinque anni, forse scrivendogli delle lettere. Un bambino ha bisogno di presenza, di emozioni. Ma io ero lontano. Eppure, vedete, qualche volta ti ritrovi in situazioni dove hai a disposizione solamente quello che ti ritrovi in mano, e nient’altro. Così mi sono ingegnato. Avevo bisogno di esprimere qualcosa che avevo dentro, di trasmettere qualcosa a mio figlio.
Ho trovato un altro modo di comunicare. Mi sono messo a disegnare. Come potete ben vedere, non si può certo dire che io sia un artista. Ci metto tutto il mio impegno, tutta la minuziosità che ho appreso negli anni di meccanica e di lavoro su motori e pistoni, per riportare esattamente le forme di quei cartoni animati, per spandere i colori caldi e omogenei sui fogli bianchi. Forse non ci crederete, ma ci metto anche quattro ore per fare uno di questi disegni. Tempo ben speso! Anche io sono un artista per caso (ma davvero per caso), perché fino ad oggi, agli occhi di mio figlio, io sono il pittore dei cartoni animati. A volte basta davvero poco, per fare qualcosa di bello per chi si ama veramente.
Andrea
Tratto da “SanpaNews”. Scopri come riceverlo