Eccomi qua, davanti ad un foglio completamente bianco che spero sarò in grado di riempire usando belle parole. Ci è stato detto che chi avrebbe voluto avrebbe potuto lasciare un commento, scrivere un pensiero sull’uscita, anzi meglio raccontare l’esperienza che abbiamo vissuto oggi, ed è in questo momento che mi rendo conto, che probabilmente ci sono temi difficili da racchiudere all’interno di semplici gruppi di lettere, ma più ci penso più mi rendo conto di quanto questa cosa mi stia a cuore, e allora prima di cominciare a scrivere ho deciso che avrei lasciato che fosse la “penna” a guidarmi in questo “compito” così delicato.
Oggi abbiamo avuto la possibilità di conoscere solo alcuni di voi di WeFree, di sentirvi parlare, di sentire e condividere le vostre e le nostre esperienze, ma queste righe le voglio dedicare a tutti voi “cittadini” della comunità. Non so cosa avete fatto, non conosco le vostre storie, non so neanche che infanzia avete passato, ma sono quasi sicura che non debba essere stata facile, sono sicura che siete finiti nel giro della droga anche per colpa di un’altra persona, caso mai debole, che non ha saputo dire “NON FARLO”. Sto parlando a voi, a gente che non conosco, a persone alte, magre, bionde. Sono come un cieco che cerca di immaginare le persone a cui parla e racconta.
Sono una ragazza molto socievole, sempre o quasi sorridente, e mi impegno molto in quello che faccio, ho mille difetti, ma è questo ciò che mi rende unica.
Mi rendo conto che più cresco, più capisco che questo mondo non è un paese dei balocchi dove tutto è facile e divertente. Ritornando a oggi, io ho un sogno, anzi sono piena di sogni e di speranze, ho tanta voglia di vivere, vorrei diventare un’imprenditrice, ma coltivo anche la passione per la scrittura, poi come alcuni sanno il prossimo anno andrò in America, quindi purtroppo non potrò passare insieme a voi la giornata Wefree.
Comunque sono come tutti voi. Ho pensato a lungo, anche prima di venirvi a trovare, cosa significasse per qualcuno vivere ciò che state vivendo, o soprattutto convivere con ciò che avete passato, mi sono chiesta molte volte cosa possa portare dei giovani ad avere una gioventù più complicata di altre, mi sono chiesta quali esperienze avete passato per ritrovarvi oggi dove siete, e finalmente oggi alcune mie domande hanno trovato una risposta.
La cosa che mi ha stupito di più è che siete come me, siete come i miei compagni di classe che ogni giorno frequento, o come le compagne di pallavolo che lottano con me in campo per vincere e divertirsi insieme e coltivare una passione comune. Siete come gli amici che posso incontrare ogni estate in spiaggia, o come persone, anche se lontane, porto sempre nel mio cuore. La vostra voglia di vivere una vita spensierata è dentro di voi, è una cosa innata, che tutti noi abbiamo, ma che, purtroppo questo paesaggio malato e desolante a volte rischia di offuscare persino a noi stessi. Io non so cosa significhi trovarsi nella vostra condizione, cosa significhi stare 4 anni in comunità, cosa significhi uscire dalla dipendenza, non lo so, ma so per certo che ognuno di voi è in possesso di luci e ombre, il che non vi rende affatto diversi dal resto del mondo, e per questo non vi rende superiori o inferiori a nessuno.
Il foglio continua a riempirsi di parole che si affollano come se vi volessi dire migliaia di cose. In mezzo a questo oceano di pensieri ce ne sono alcuni che spiccano in maniera chiara e nitida. Mi piacerebbe potervi parlare uno ad uno, mi piacerebbe ascoltare tutte le vostre storie, come abbiamo fatto oggi con quella di Matteo.
Poi vorrei raccontarvi le mie e alla fine della chiacchierata vorrei confrontarle per evidenziare il fatto di quanto siano simili, di quanto le nostre vite abbiamo pochissimi differenti sfumature, e quindi metteremo a nudo le nostre anime e le lasceremmo conversare come vecchi amichi che ridono di un passato comune.
Sono una ragazza che immagina un futuro migliore per tutti, e credo che questo ci possa accomunare abbastanza da poter dire che andiamo nella stessa identica direzione.
Alla fine di questa lettera, la rileggo, e mi rendo contro che qualsiasi cosa abbia scritto non fa altro che evidenziare quanto siamo simili pur essendo persone diverse, e questo mi fa pensare, penso che basta davvero un attimo per finire in un giro sbagliato, o per fare una cazzata, che basta un secondo per uscire dal binario e prendere una rotta sbagliata. Questo mi spaventa.
Spero davvero che ogni vostra luce possa esplodere illuminando future scelte e decisioni. Spero che il nostro domani sia migliore e che ogni giorno sia un motivo in più per migliorare se stessi. Spero in voi, in me, e nella società.
Non sono di certo io a dirvi cosa dovete o cosa non dovete fare una volta usciti da Sanpa, e non voglio farvi la predica, voglio solo incoraggiarvi a migliorare sempre, e sappiate che non solo voi dovete migliorare, anzi, ma tutti noi. Per me, anzi, siete eroi, siete persone che sono cadute, che hanno sbagliato, che sono state deboli, ma che hanno avuto la forza di alzarsi e di rimboccare la strada più giusta. Voi ci avete detto che non è per colpa di nessuno, ma solo vostra, se siete finiti nel giro della droga, quindi credo sia anche solo per merito vostro se riuscite ad uscirne.
Continuate quello che state facendo, continuate a trasmettere a noi ragazzi queste emozioni che ho vissuto oggi. È importante per noi, vedere che effettivamente da un momento all’altro potremmo buttare i nostri sogni, i nostri progetti o anche le nostre passioni. Io vi ringrazio di cuore.
Ascoltate le persone che vi vogliono realmente bene, e comportatevi da veri uomini, non scappate davanti alle difficoltà che incontrerete, ma superate quell’ostacolo e non mi resta che aggiungere.. Buona fortuna ragazzi!
Elena, una studentessa