Tu sai che tra loro, tra 1000 visi e 1000 sguardi che incroci almeno uno prova quello che hai provato tu… Provi a cercarlo, mentre parli lo percepisci, ma non si fa notare! Sta in silenzio, ti si avvicina, ascolta bene le tue parole mentre parli di te, mentre parli di quali sono i motivi che ti hanno portato in questo posto. Poi iniziano le sue domande, timide ma mirate. C’è la curiosità, ma nello stesso tempo la diffidenza che purtroppo accomuna tanti ragazzi. Lei rientrava perfettamente in questo prototipo.
Inizialmente è stato solo un ascoltare, poi qualcosa deve averla sbloccata. Non avrei mai pensato di poter rendermi utile così direttamente attraverso questa giornata. Ci siamo ritrovate sedute una di fronte all’altra ed era come parlare a una Nancy di qualche anno fa, con esperienze diverse, ma con fragilità molto simili. Ci siamo ritrovate a parlare di noi liberamente, come io sto imparando a fare qui e per lei come mai prima. Percepivo quanto fosse abituata a una totale assenza di comprensione, ma soprattutto di dialogo. Percepivo quel bisogno assoluto di sfogo!
E questo mi fa riflettere su quanta indifferenza e quanta freddezza il mondo ci offra e sulla fortuna che invece ci circonda qui a Sanpa. Sono contenta di averle donato un pezzo di me, sono contenta di aver dato il via libera a tutte quelle emozioni e sensazioni soffocate per troppo tempo. Una parte di me però è dispiaciuta. Penso a quante persone non potranno mai concedersi quello sfogo e ricevere quella comprensione. Forse non lo conosceranno neanche mai. E’ triste sapere quanto invece ce ne sia bisogno. Quanto ancora di più si potrebbe fare, ma nel frattempo cerco di pensare al mio piccolo. Non so quanto riuscirà a fare sue le mie parole, quanto le saranno di conforto se mai dovesse ritrovarsi di fronte a quelle fatidiche scelte. Ma io ci spero, spero che possano essere determinanti. Ascoltarla mi ha dato tanto. Le prime parole erano un pò timide per l’imbarazzo di ritrovarsi in una circostanza nuova e un pò strana, ma poi è stata una valanga di emozioni che mi ha ributtata negli anni dell’ adolescenza, quando le cose a casa non andavano bene o quando semplicemente non ero come volevo. Quello che spero è che possa di nuovo trovare altre ragazze o ragazzi che sentano il bisogno di sentirsi capiti, ma che soprattutto trovino il coraggio per dare libero sfogo a quello che provano. Non perchè abbia la pretesa o la presunzione che le mie parole possano cambiarle la vita, ma almeno concedere un minimo di sollievo affinché ci si possa rendere conto che un modo alternativo per non sentirsi soli esiste. A volte basterebbe guardarsi attorno perchè qualcuno pronto ad ascoltarci voglio ancora credere che ci sia.
Nancy