La notte, elegante creatura che con i suoi infiniti tentacoli avvolge tutto nel suo oscuro abbraccio. All’interno di essa tutto è uguale al resto, il resto è uguale al tutto, il buoi avvolge, avvinghia, intrappola, fondendo ogni cosa nel nulla. Nella sua oscurità non ci sono differenze, nè esistono uguaglianze, ma solo un’unica massa informe che continua ad aumentare. Non puoi fuggire, non c’è via di scampo, ovunque ti giri lei è lì e l’unica cosa che puoi fare è farti coccolare da essa, farti possedere. Lentamente, però, il suo buio, il suo vuoto entrerà dentro di te, si approprierà dei tuoi pensieri, dei tuoi sentimenti ti farà sentire freddo, solo, abbandonato. No!! Combatto, ce l’ho la forza di farlo. Perciò urlo, provo a spaventarla, mi rialzo in piedi e con le ultime energie che mi rimangono volgo lo sguardo a una flebile luce, che vedo alle mie spalle. Avvicinandomi la riconosco: è un mio ricordo, la chiamo.. mi ha sentito e volgendo lo sguardo verso di me, mi sorride. Quel viso, quegli occhi… ora ricordo, Lei!! Che cosa ho fatto? Sono riuscito ad allontanare una cosa così bella…così semplice…come ho potuto? Provo a parlarci, ma non mi sorride più. Una lacrima. Le scende dagli occhi. Abbassa lo sguardo e si volge allontanandosi. La chiamo, ancora, ma lei non risponde, cerco di afferrarla, ma non riesco. La chiamo più forte, ma non sente, o non vuole sentire. Allora urlo così forte che le vene del collo mi si gonfiano e i capillari degli occhi sembrano esplodermi.. oramai è lontana. E io rimango nel buio, solo. Il nulla. Ad un tratto sento un sospiro alle mie spalle, mi giro di scatto, e intravedo un’altra luce e un’altra e poi un’altra ancora. Sono centinaia. Centinaia di luci che vorticano intorno a me. Mi avvicino e loro si accorgono che mi sto avvicinando. Si voltano dapprima incuriosite. Mi guardano. Piano piano riaffiorano alla mente tutti i ricordi legati a quei volti e cerco di parlarci, ma nelle loro espressioni non vedo altro che sofferenza. Disagio per la mia presenza. Provo a toccare una di loro, ma non appena le mie dita sfiorano quel volto luminescente, tutte le luci scappano via, spaventate. Una per una le chiamo per nome, ma non ottengo altro che un soffocante silenzio. Allora mi agito, sbraito, dimeno le braccia in un vortice di disperazione. Fino a che alla fine, stremato, mi fermo e cado. Nel buio, solo. Di nuovo. Mi ritrovo nelle ginocchia e sto malissimo e non vedo da nessuna parte niente che mi possa aiutare. Piango e ho pena per me. Una sensazione che mi attanaglia lo stomaco, che mi toglie il respiro. Rabbia. Un profondo ed ingestibile senso di rabbia inizia a formarsi nella mia mente, fino a dominare completamente i miei pensieri. Allora esplodo e nelle mie vene scorre fuoco liquido. Il mio cuore una locomotiva. Cado a terra..svenuto .
Poi accade.
Quando mi risveglio è l’alba e le tenebre si stanno ritirando. Ogni cosa riprende la propria forma, la propria essenza, così, esausto decido di rialzarmi, consapevole che anche la notte più buia, con i suoi tentacoli che avvolgono tutto, può finire. E io adesso di una cosa sola provo timore: di me stesso.