“Mi sono avvicinato alla danza per fare qualcosa di figo, di rischioso, qualcosa che amavo. E in più piaceva alle ragazze. Presto però è diventato molto di più. Un’idea ha iniziato a farsi strada nella mia testa: essere un B-boy non riguardava solo me, ma poteva diventare strumento per combattere i conflitti che ci assalgono senza il conflitto fisico o la violenza, senza dover ricorrere all’autodistruzione”. A parlare è Joao, fondatore del Progetto Transformers, che assieme agli altri ragazzi tornerà al WeFree Day.
Il Progetto Transformers
‘La nostra visione è quella di costruire una società in cui i giovani non vanno a scuola con i coltelli in tasca, ma con i palloni ai piedi, le racchette da tennis in mano, il casco sulla testa, la chitarra o lo skateboard sotto il braccio. Quando quel giorno arriverà, la gioventù sarà il fiore all’occhiello dell’intera comunità, un esempio per un cambiamento positivo.’
In questa frase è racchiuso il significato del Progetto Transformer, ideato e fondato dal giovane portoghese 19enne, Joao Brites, ballerino di breakdance e Changemaker, cioè fa parte di quei giovani attivisti politici tra i 16 ed i 25 anni, che dal 2007 hanno creato l’organizzazione internazionale dei Global Changemakers.
Fare la differenza nel mondo
Il progetto Transformer si basa su un assioma di base: ‘fare la differenza nel mondo’, attraverso dei mezzi con cui esprimersi liberamente, scoprendo così i propri talenti e le proprie potenzialità, nonché la propria dignità ed il proprio valore. E quali mezzi usano? Lo sport, l’arte, la danza, insegnati da docenti qualificati ed addestrati, che usano la loro abilità ed il loro talento facendo un lavoro di squadra. Chi partecipa diventa un Trasformatore della comunità in cui vive: basta fare anche solo dei piccoli gesti, come insegnare il gioco del calcio a dei giovani di un brutto quartiere della propria città.
Tutti lo possono fare
Il Progetto Transformers crede che la soluzione alle tante sfide del mondo di oggi, come la mancanza di educazione, la delinquenza giovanile, la crisi economica e sociale, sia dare delle opportunità e dei punti di riferimento diversi, concentrandosi soprattutto sulle esigenze dei giovani di tutto il mondo, creando un vero e proprio team internazionale, con progetti comuni.
Più gioia. E l’umiltà di imparare sempre
‘Sento una mancanza di rispetto, di entusiasmo e di prospettive sulla vita dei giovani. Molti di loro hanno smesso di credere che sia possibile essere veramente felici. Vi è un grande vuoto perché tutto è a breve termine, è essenziale, alla portata di tutti. Per questo i giovani sono insicuri, si nascondono, si mascherano, diventano inaccessibili. È importante avere più gioia, più volontà di comunicare le iniziative che uniscono tutti i contatti umani. Avere l’umiltà di imparare sempre, ed avere le braccia aperte a tutti, a tutti!’. Queste le parole di un partecipante del progetto Transformer al World Economic Forum 2010.
Il loro sito
www.projectotransformers.org