Ragazzi intraprendenti provenienti da circa 100 paesi di tutto il mondo, insieme per condividere esperienze, proporre idee, realizzare progetti innovativi. Ecco chi sono i Global Changemakers, giovani attivisti politici tra i 16 e i 25 anni.
Partecipano a global summit e forum internazionali dove si incontrano e dibattono con leader e personalità politiche importanti con un obiettivo comune: fare del mondo un posto migliore in cui vivere.
Dove nascono i Global Changemakers?
Il team è gestito dal British Council in Svizzera. Il British Council è l’ente internazionale leader del Regno Unito per le relazioni educative e culturali, presente in 110 paesi in tutto il mondo. Collabora con il World Economic Forum (WEF), le agenzie dell’ONU e diverse ONG.
I Global Changemakers sono nati dalla convinzione che creare opportunità di scambio e di collaborazione tra giovani di tutto il mondo è un passo cruciale per un futuro più prospero e sostenibile. Diventare un Changemaker richiede tempo: i partecipanti devono essere pronti ad impegnarsi in un programma senza scadenza.
Ma cosa fanno? Quali sono i loro obiettivi?
Linn e Leti piantano alberi in Myanmar e in Messico. Alanda sta organizzando il suo primo Youth forum giovanile in Indonesia. Kolawole, Moses e Esnatt portano avanti campagne di prevenzione sull’HIV/AIDS in Nigeria, Uganda e Malawi. Questi alcuni dei progetti sviluppati e gestiti dai Global.
Le aree di attivismo in cui operano sono svariate: i diritti dei bambini, l’istruzione, l’ambiente, i diritti umani, la sanità pubblica e tante altre. L’impegno può assumere diverse forme: si può partecipare a campagne di sensibilizzazione per la realizzare progetti nelle proprie comunità o prendere parte a “think tanks” in cui i giovani insieme lavorano per la ricerca, l’analisi e la formulazione di progetti sulle questioni fondamentali che li riguardano.
Progetti che vengono supportati dal team dei Global Changemakers, dal British Council e dai loro partner.
La storia di Mosè, ragazzo changemakers
Mosè Ssenyonyi è un ragazzo 23enne ugandese che è diventato un “Global” all’età di 16 anni, dopo aver partecipato ad un concorso indetto dal British Council.
La sua battaglia inizia ai tempi della scuola superiore, quando viene emarginato e discriminato da professori e compagni perché si prendeva cura della zia sieropositiva. Da allora l’idea di creare una campagna informativa per aiutare i giovani a capire che cosa sia l’HIV, che effetti ha, a quali conseguenze porta, come si può prevenire e combattere attivamente.
Attraverso esperienze, racconti diretti, piani informativi e di formazione, porta nelle regioni ugandesi di Kampala, Wakiso e Luweero il suo progetto “Youth Crack HIV”.
British Council
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