Pillole per dormire. Pillole per star sveglio. Pillole per studiare di più, o per lavorare 36 ore. Io le ho prese tutte. Ho provato quasi ogni sostanza, ho imparato anche come usarle, capendo come star sveglio finché non avevo voglia di dormire, come decidere quando ridere e quando piangere. Come se fossi invincibile
Esistono addirittura pillole per essere felice. Altre servono a non pensare. Non si sa da dove provengano, chi le sta creando proprio adesso, in qualche “scantinato-laboratorio”. Quello che so è che non hanno ancora sintetizzato tutto. Per esempio, esistono pillole per non pensare, sì. Ma non esistono pillole per non pensare “a lei”. Mi rigiro nel letto, pensandoti. Quante ore sono passate? Non ricordo nulla. Ho dei flash vaghi, mi ero alzato dal letto completamente sudato, per andare in bagno. Altri flash in cui prendevo una pillola, con la punta delle dita, cercando di non tremare perché se fosse caduta non sarei riuscito più a recuperarla; me la appoggiavo sulla punta della lingua e trangugiavo acqua per continuare a mandarne giù, un’altra, poi un’altra ancora. L’avevo già presa quella per essere felice? Forse due, tre volte. E quella per non pensare? Ci avevo già provato? Non mi ricordo. Forse sì. Se adesso prendessi quella per dormire, o quella per star sveglio? Forse mischiandole così, potrebbero avere un effetto di verso. La verità è che non mi ricordo quanto tempo fa mi sono chiuso in casa. Non so cosa ho fatto, non so più se ho bisogno di mangiare, di bere o di dormire. Sono ancora vivo? Forse è stupido, ma per un attimo me lo chiedo. Ora sono in bagno, stavo camminando sovrappensiero e sono finito qui, di fronte allo specchio. Quanto è stupida la mia immagine. “Non sai niente della vita”, mi dico, forse a voce alte. L’unica cosa che so è che sto pensando a lei. C’è chi ha una ragazza di cui non può fare a meno. A volte perché è un “porto sicuro”, a volte perché c’è amore. Ma c’è anche chi ama il suo cane più di se stesso, chi non può fare a meno del suo lavoro, chi è dipendente da qualcosa per essere felice. Non conta poi così tanto, nemmeno la mia storia è così importante. Sono solo un altro tossico nella storia di questa città. Ma da cosa dipendo veramente? Questo mi chiedo. Sono le pillole, a farmi stare bene? O forse è lei? La verità è che potrei dipendere anche da tutte queste cose insieme, non cambierebbe nulla. Potrei giocare d’azzardo, sarebbe uguale. Potrei uscire di casa, sarei comunque solo, chiuso dentro di me. Potrei anche averla qua. Si, potrebbe esserci qui lei, di fronte a me. Potrei scordarmi per un po’ del mondo, della mia vita, di tutto il male che mi porto dentro e che non sa nessuno. Forse è questa l’unica verità. E’ che cerco qualcosa per stare bene. È che mi nascondo, per non star male. E’ che mi distruggo, per non pensarti. SN Attilio