La comunità assieme alla giornalista Angela Iantosca, mette in scena nella Capitale lo spettacolo tratto dall’omonimo libro della reporter
Filippo non voleva passare per lo sfigato di turno. Francesca ci teneva proprio a provarla. Chiara l’aveva sempre vista in casa, non poteva certo farle male. E così sono nate le loro prime esperienze con le sostanze, presto trasformatesi in vera e propria dipendenza. Per loro fortuna, per tutti l’ingresso a San Patrignano. Sono solo tre incipit delle quindici storie raccontate dalla giornalista e scrittrice Angela Iantosca nel suo libro “Una sottile linea bianca – dalle piazze di spaccio alle comunità di San Patrignano” (edito da Giulio Perrone, con prefazione del professor Antonio Nicaso) e trasformate, in accordo con la comunità, nell’omonimo monologo teatrale entrato a far parte del progetto di prevenzione WeFree di San Patrignano.
Il format, grazie alla Fondazione Ania, approda per la prima volta questa settimana nella capitale dove sarà messo in scena due volte: domani martedì 26 novembre e mercoledì 27 sempre alle 10.00 allo Spazio Diamante (Via Prenestina, 230/b) raggiungendo un totale di 400 alunni.
Una città quella di Roma che ha sempre avuto e continua ad avere uno stretto legame con la comunità, visti gli oltre 1000 ragazzi che in oltre 40 anni di attività sono stati accolti a San Patrignano e i 62 attualmente presenti. Non a caso a collaborare nella realizzazione dei due spettacoli anche l’Anglad di Roma, associazione legata alla comunità che opera nella capitale curando il primo contatto con i ragazzi che vogliono entrare in comunità e il loro reinserimento.
In scena allo Spazio Diamante, assieme all’autrice Angela Iantosca e Federica, ragazza che ha concluso il percorso a San Patrignano, ci sarà anche Ariel, ragazzo romano che si è ritrovato grazie alla comunità e che oggi è tornato a vivere a Roma. I due ragazzi leggeranno alcuni brani del libro e le vicende dei giovani si intrecceranno all’inchiesta della giornalista sino a concludersi con l’ingresso in comunità. Uno spettacolo che permette di raccontare le emozioni, ma anche i numeri, gli aspetti tecnici e giornalistici del problema tossicodipendenza, che fa entrare lo spettatore nelle piazze di spaccio e nelle vite narrate. Un monologo a cui farà seguito l’intervista della giornalista a Federica e Ariel.
“Il libro prende le mosse da molto lontano – racconta Angela Iantosca – Erano gli anni dei Ragazzi dello Zoo di Berlino, di Cristiana F e della paura delle droghe, in particolare di cocaina ed eroina. Erano gli anni in cui si aveva paura che qualcuno in discoteca versasse qualche sostanza nelle bibite. Una paura che è rimasta congelata nella mia mente per poi riproporsi quando ho fatto visita alle Vele di Scampia, alle piazze di spaccio romane e milanesi, fino ad entrare per la prima volta nella comunità San Patrignano. Da allora ho deciso di raccogliere le storie di una quindicina di loro per raccontare che la droga è trasversale, democratica, che non si ferma davanti ai titoli di studio o alla ricchezza, che riguarda le periferie e il centro delle città”.
“Speriamo possa essere un momento di riflessione per tutti gli adulti e gli studenti che seguiranno i due spettacoli – spiega Patrizia Russi, una delle responsabili del progetto di prevenzione – Sono storie raccolte con passione da Angela e che i nostri due ragazzi racconteranno con grande emozione, ritrovando la loro in ognuna di essi. Un momento importante per sottolineare quanto il problema tossicodipendenza sia attuale e ricordare che grazie all’aiuto delle comunità e di tante altre realtà è possibile superarlo”.