Ore 6.00, San Patrignano è già sveglia. Mentre scendo dal letto sento alcune ragazze che passano davanti alla finestra di casa e vanno a fare colazione
La loro sveglia è suonata prima della mia. Vado in bagno e assonnata mi lavo denti e faccia. Ho acquisito anche questa abitudine, un gesto quotidiano e scontato, che prima d’ora non avevo assolutamente cura di fare. Non m’importava niente di me, figuriamoci dei miei denti (anzi, c’erano volte in cui rinfrescarmi la faccia era un sacrificio perché mi risvegliava dal torpore lasciato dall’ultimo tiro di spinello della sera prima).
Non più tardi delle 7 siamo sempre fuori casa, pronte per andare a fare colazione. Sembra notte e i lampioni sulla stradina che conducono al salone sono ancora accesi. L’aria è talmente pulita qua, che si può sentire l’odore del pane appena sfornato dai ragazzi del forno. Sanpa non dorme mai. E mentre mi godo questo profumo, penso a quanto siamo forti, quanto la nostra voglia di riscatto e di vita ci stia facendo fare incredibili passi avanti, giorni dopo giorno.
Ancora addormentata sorseggio una tazza di orzo bollente. I ragazzi impegnati nel servizio delle colazioni sfrecciano con i loro camici bianchi lungo il salone e sembrano svegli da ore. La bevanda mi riscalda mente e corpo, adesso posso iniziare a pensare alla mia giornata.
Sicuramente chi leggerà queste mie parole si farà questa domanda: «ma cosa ti potrà mai succedere di così importante in una Comunità?». Cosa? Tutto. Sta diventando tutto molto importante per me, anche le cose più banali, più semplici, quelle a cui prima non ho mai dato importanza. Anche pulire la mia stanza e prendermi cura di me stessa. Arriviamo a casa con tre ragazze per iniziare le pulizie giornaliere. In mezzora la stanza è come nuova.
Sono piena di energie e mentre passo lo straccio sotto i letti canto una canzone di Vasco: “vivereeeeee. È passato tanto tempo vivereeeeee”. Sono le otto e non avrei mai pensato di essere così di buon umore. Esco da casa e mentre percorro la strada per andare al Centro Medico, il settore dove sto facendo il mio percorso, mi godo il paesaggio di collina ancora offuscato dalla prima nebbia. È grigio, ma presto uscirà il sole e se guardo verso San Marino posso scorgere già la luce. Chiudo gli occhi e mi faccio accarezzare la pelle dai suoi primi raggi. Che piacere! Questa luce e queste colline mi fanno sentire libera.
E’ un paradosso sì, ma è così che mi sento per la prima volta dopo tanto tempo. Sì, mi sento libera. Intorno noto con stupore che la giornata è cominciata per tutti. Dai ragazzi del caseificio che caricano bancali di formaggi nei camion, ai ragazzi delle decorazioni che con ritmi sicuri verniciano mobili e legni pregiati e tanti altri come me che oggi cercano di farsi spazio per trovare un piccolo posto nel mondo. E così non mi sento più sola.
Norma
Tratto da “SanpaNews”. Scopri come riceverlo