Con il dito facevo scorrere in alto i contatti della mia rubrica. Quel pomeriggio ero in casa con la droga, come tante altre volte. Quello era il mio mondo, non mi serviva nient’altro. Credevo di stare bene. Quel pomeriggio però mi sentivo terribilmente sola. Volevo semplicemente stare con qualcuno, ma più vagavo tra i nomi della rubrica più mi rendevo conto di quanti pochi amici avessi veramente. Poi sono arrivata al numero di Claudio.
C’eravamo conosciuti qualche giorno prima, per caso, in un giorno di pioggia. Per ripararci eravamo arrivati entrambi in casa di un amico che avevamo in comune. Eravamo lì, tutti e due, per la pioggia e per la ‘roba’. Eravamo tossici. Ci siamo trovati lì per fare i nostri affari, per nasconderci dal resto del mondo; ci siamo messi a parlare e non abbiamo più smesso. È stato strano fin da subito, perché anche se eravamo in mezzo agli altri era come se fossimo io e lui, da soli.
Poi quel giorno, mi è venuta voglia di rivederlo. Non sapevo perché, ma qualcosa in lui mi attirava; così gli ho mandato un messaggio, chiedendogli se aveva voglia di uscire con me. Ci siamo visti, siamo usciti con la macchina e siamo stati tutto il pomeriggio in un parcheggio. Stavamo lì, ognuno che fumava la sua dose, mentre parlavamo di tutto e di niente. Forse lui era lì solo perché avevo la droga; ma in fondo andava bene così. Era normale, anch’io al suo posto avrei fatto uguale. Ci sembrava che in quel momento non ci servisse nient’altro per stare bene. Così, confondendo il nostro sballo con l’emozione di stare insieme, ci siamo baciati, senza farci troppe domande.
È così che è iniziato tutto. Per quasi un anno abbiamo preso la vita come un gioco. E insieme, al posto di migliorarci, abbiamo peggiorato le nostre esistenze: abbiamo iniziato a rubare, a vendere qualunque cosa riuscivamo a trovare. Qualche volta abbiamo anche spacciato. Ci giustificavamo, tra di noi, costruivamo insieme le bugie da dire al mondo.
Un giorno Claudio si è presentato a casa mia dicendomi che aveva deciso di cambiare vita: voleva entrare a San Patrignano. Mi è caduto il mondo addosso. Non sapevo che fare, ero spaesata. Mi ha messo di fronte a una scelta e alla fine io ho scelto di entrare, per stargli vicino.
Sono stati anni difficili, non lo nego. Inizialmente siamo stati divisi, per concentrarci su noi stessi e non rifugiarci nel nostro rapporto. Io non avevo idea di quello che mi stava succedendo. Mi dicevo che la lontananza da Claudio mi logorava, ma non era vero. Era una scusa per non guardarmi dentro. Ce n’è voluto di tempo, per accorgermi che in realtà io non solo non conoscevo veramente me stessa: non avevo idea di chi fosse realmente Claudio.
Più il tempo passava più stavamo meglio, tutti e due. E con il tempo aumentava anche la voglia di rincontrarsi. Avevo paura. Eravamo cambiati. O meglio, eravamo diventati veramente noi stessi.
Poi è arrivato il momento. Il cuore batteva fortissimo. Dopo tutto quel tempo. Solo io e lui. Riuscivamo soltanto a guardarci, a sorridere.
Siamo di nuovo insieme. Momenti bellissimi, certo, ma non sono mancate le difficoltà. Non è stato facile conoscersi di nuovo, scoprirsi; ci sono stati giorni in cui ho pensato che tutto dovesse finire e proprio come facevo all’inizio mi rifugiavo in me stessa. Le mie problematiche tornavano fuori e affrontarle era molto più difficile. Ma lui non ha mai mollato. Claudio mi stava vicino, cercava di parlarmi, di capire, non si arrendeva mai. Sentiva che io lo amavo, anche se lo dimostravo con la paura di perderlo, ed era pronto a fare qualunque cosa per me. Oggi torniamo a casa insieme, abbiamo finito il percorso. Abbiamo vinto, ce l’abbiamo fatta. Ci siamo ripresi in mano la vita, torneremo a casa. E lui è ancora qui, vicino a me.