Ci sono molti modi per crescere, per diventare grandi, e quasi sempre nessuno è quello giusto. Nessuno sa esattamente come si fa, anche se in effetti ci sono passati proprio tutti. Tutti siamo stati adolescenti. È strano. Si potrebbe pensare: “Diamine! Come è possibile che non capiscano come mi sento?”. La verità è che ci sono persone, ragazzi, professori, che in qualche modo riescono a spiegare a parole quello che abbiamo dentro. Sono quelle persone che mentre ti spiegano cosa ti sta succedendo, tu non solo pensi che è vero, ma cominci ad accorgerti di quello che prima pensavi senza rendertene conto, senza saper chiamare per nome le cose che sentivi dentro.
Una di queste persone è Marco Missiroli non avrebbe mai pensato di diventare uno scrittore. Ha scritto il suo primo libro a 23 anni, mentre ancora doveva diplomarsi. A un certo punto della sua vita, Marco ha sentito il bisogno di esprimere quello che aveva dentro, di dargli una forma, di chiamare per nome quello che sentiva. Come dice lui, «Mi sono messo a scrivere non proprio per caso: passavo la mia vita a Rimini a fare le solite cose, ma avevo un buco dentro fatto di solitudine e proprio per colmare questo vuoto mi sono dato alla scrittura. C’è abbastanza di me nei miei libri. Per me la lettura e la scrittura sono serviti proprio a questo, a tirare fuori le cose, quelle cose che a quel punto avevo già in mente, ben chiare nella mia testa». Oggi è giornalista per il Corriere Della Sera, e anche come scrittore ha ricevuto premi molto importanti, come il Premio SuperMondello 2015. Marco sarà con noi al Wefree Days di Ottobre e parteciperà al Forumio per raccontare la sua esperienza e la sua visione riguardo al mondo degli adolescenti spesso poco capiti.