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Intervista al mio alter-ego di Fred Tosse

Mi piacciono le interviste. Mi sono sempre piaciute. Quando ne leggo una, prima di vedere la risposta dell’intervistato, o anche dopo, faccio questa cosa: mi rispondo alla domanda, nella mia testa, come se fosse rivolta a me. E così “le salvo”, le domande più belle, me le ricordo, e ogni tanto – spesso – mi capita di ripropormele, di ridomandarmele, incontrando me stesso faccia a faccia. “Me stesso”, poi, è un eufemismo: le sfaccettature di un essere umano sono molte, ognuno è composto da tanti sé stessi, con inclinazioni diverse, che svolgono un ruolo più o meno importante nella personalità. Ma comunque sono lì. Comincia così: inizio a massaggiarmi le palpebre, come se mi fossi appena svegliato, e pian piano si disegnano nel buio due cunicoli, l’interno dei bulbi oculari, che scorrono, con me dentro di loro che li attraverso, fin quando arrivo a una porta, o qualcosa che gli assomiglia. Si apre. C’è una scala, che scende in basso, e in qualche modo splende di un nero luminoso nel buio più totale. Scendo, scendo, fin quando inizio a intravedere delle parti mobili nel buio, come degli enormi cassetti, che si spostano, s’incastrano e spariscono, l’uno dietro all’altro. Vedo delle scene, tridimensionali, su questi “blocchi”: mio padre che mi picchia, il mio primo bacio, la cresima, quella volta che ho trovato cento euro per terra. I miei ricordi. Poi, a un tratto tutto finisce: c’è un enorme spiazzo, infinito, diciamo, fino all’orizzonte, sempre nero. La scala non c’è più. Non mi ricordo neanche di essere sceso. Lui è lì, di fronte a me. “Loro”, li dovrei chiamare, sono tanti, e sono qui, ma io gli do del tu. Si muovono scuri dietro il buio, i loro occhi sono tutti bianchi, e mi guardano. So già tutto, quello che mi vogliono dire, e lo sanno anche loro. Ma ce lo diremo lo stesso. È sempre così. Mi sorridono.

Elenca tre tuoi pregi.
I miei pregi sono pochi, ma scelti bene. Il mio preferito: sono un sognatore, uno che sta sempre con la testa tra le nuvole. Sono anche un po’ scemo. Diverto le persone, le faccio ridere, ho sempre la battuta pronta. Questo può essere anche un difetto… ma vabbè, in fondo, tutto può esserlo. …il terzo? …Boh, proprio non mi viene in mente.

Qual è il tuo peggior difetto?
Ho sempre fatto le cose senza pensare. Se non avessi avuto questo problema… sarebbe stato molto meglio.

Secondo te, Dio esiste?
Ne sono assolutamente convinto. Non posso spiegarti esattamente come, ma ti dico: gli ho chiesto un segno tangibile, irrevocabile, della sua presenza. E mi è arrivato.

Che cosa succede dopo che uno muore?
C’è chi crede al paradiso, o alla reincarnazione, e chi dice che “si spengono le luci”. Hanno ragione entrambi, a modo loro. In realtà, è la stessa cosa che accade a una goccia d’acqua quando cade nel mare.

Se potessi chiedere qualcosa, esprimere un desiderio, che cosa chiederesti?
Sembrerà una cosa stupida, ma – anche se so che farei un grosso errore – chiederei un piccolissimo oggetto, apparentemente inutile, che avevo quando ero piccolo, che ho perso, e per il quale provavo un’inspiegabile gelosia.

La persona a cui vuoi più bene?
Mio padre.

E quella che te ne vuole di più?
Si chiamava Sara. Oggi… non saprei. Penso mio padre.

Qual è il tuo piatto preferito?
Pasta aglio, olio e peperoncino, con pane grattugiato e tantissimo parmigiano reggiano.

Cosa deve avere una donna, per farti perdere la testa?
Gli occhi profondi come un burrone, che mi facciano stare male.

La cosa che più ti piace fare?
Adoro perdere tempo inutilmente. Andare in giro, guardare le cose, perdermi in pensieri futili, o profondi, fare delle cose che facciano viaggiare la mia mente senza il mio controllo.

Se ti chiedessero “chi sei”, cosa gli risponderesti?
“Un poeta, e tante altre cose”.

Qual è il senso della vita?
Imparare a morire.

Cosa cerchi, durante le tue giornate?
L’ispirazione.

Perché, secondo te, nonostante tutta la cattiveria della nostra storia, l’umanità continua a farsi la guerra?
Perché di certe cose – la maggior parte, a dir la verità – è inutile parlarne. Si spreca solo fiato. Perché certe cose, per essere comprese, vanno vissute. È solo con il dolore che una persona impara davvero le cose, se no le condivide e basta, fin quando non si trova a subirle in prima persona. E crolla tutto.

Qual è la cosa che odi di più al mondo?
Non c’è davvero qualcosa che odio. Ogni cosa, a modo suo, anche la più brutta, ha il suo senso nel mondo. Serve a qualcosa. Anche se spesso non sembra.

Qual è stato il giorno più bello della tua vita?
Se dovessi indicare un giorno… non saprei, sinceramente. La parte più bella della mia vita, comunque, è stata la mia infanzia, dalla nascita ai cinque anni. Non so come, in qualche modo mi ricordo di quel tempo, e ripensandoci mi viene una nostalgia strana, amara. Qualche volta piango, rivangandoci, ma amo questa sensazione, amo quella parte della mia vita.

Come ti saresti chiamato, se avessi potuto sceglierlo?
Mi piacciono tanti nomi, e certamente non avrei scelto Federico. Ma oggi adoro il mio nome, e penso che in qualche modo mi stia bene addosso.

Qual è il tuo sogno?
Non ce l’ho – o meglio, ce l’ho, ma lo cambio ogni giorno, e ogni notte.

La parte del tuo corpo che più ti piace, e quella che cambieresti.
Adoro le mie mani, le mie dita e le mie unghie, trovo che siano della misura perfetta, le metto a confronto con quelle degli altri, come metro di paragone. La cosa che più odio di me invece è il basso ventre, i fianchi, la pancia. Quella parte non mi è mai piaciuta, l’ho sempre trovata brutta, deforme.

La cosa più brutta che hai fatto.
Quelle più brutte le ho nascoste troppo bene, e non intendo andare a cercarle. Di quelle che ricordo, la peggiore è sicuramente aver alzato le mani a mia madre, anche se non le ho fatto niente. O forse quando ho cercato di buttarmi giù dalla finestra.

Che cos’è un amico?
…Penso che sia una persona che cerca di dimostrarti che ti vuole bene, in qualche modo. Ma la verità, è che non lo so.

Che cos’è, invece, l’amore?
L’amore è la voglia di esistere insieme a qualcuno. Non esiste l’amore vero, puro: esiste solo l’amore, che ognuno interpreta sempre in modo diverso, più o meno giusto, coerente, profondo. Ma è sempre amore.

Pensi che esistano forme di vita aliene, nell’universo?
Si.

Il cartone animato che ti ha cambiato la vita?
Dragon Ball, sicuramente.

Dov’è casa tua?
Casa mia, è tanto tempo che non esiste più… era una casa a due piani, con davanti tanto bosco e dietro gli alberi da frutto… ciliegi, fichi, un albicocco… io non ho una casa, non ce l’avrò mai più. Ho soltanto il mondo.

Se potessi tornare indietro nel tempo, una cosa che cambieresti.
C’è solo una cosa che dice davvero chi sono, e sono proprio le scelte che ho fatto, le decisioni che ho preso. Tutto il resto sono chiacchiere, “interpretazioni”. Non cambierei nulla di quello che ho fatto.

Cosa pensi di te stesso?
Cose molto brutte, anche se non mi disprezzo. Non ci riesco.

Se fossi un altro, un’altra persona, diventeresti tuo amico?
No. Anzi, mi starei sul cazzo…

Se fossi una donna, ti fidanzeresti con te stesso?
Mai, per niente al mondo.

Se fossi tu a fare le domande, cosa mi chiederesti?
“Qual è la tua paura più grande?”

E cosa rispondi tu, a questa domanda?
Niente.

In che senso?
Nel senso che ti pare a te.