Invadere le scuole di Rimini e dare ritmo alla giornata con una coreografia improvvisata sulle note di Michael Jackson. La prevenzione a San Patrignano passa anche da questo. Perché puoi informare, usare numeri, statistiche e percentuali, ma puoi anche raccontare la tua storia, coinvolgere, emozionare. Ed è stato proprio questo il WeFree vissuto da 260 ragazzi dell’Istituto tecnico commerciale di Rimini “R. Valturio”: condividere un ballo, un pezzo di vita con chi ha una storia da raccontarti.
A guidare le danze e a narrarsi sono stati insieme ai ragazzi di Sanpa, i giovani brasiliani della Compahnia Urbana de Danca e i ragazzi ugandesi del Breakdance Project Uganda. Due realtà per cui la danza rappresenta un’alternativa ad un contesto di malessere e di degrado urbano. “L’hip hop – racconta Abrams – mi ha salvato la vita, dando valore alla mia esistenza”. “La danza – continua Mark – ci serve per creare curiosità e avvicinare gli altri ragazzi, ma dietro il ballo c’è un mondo che va molto più in profondità, fatto di amicizie, di una rete di sostegno e di uno spazio di condivisione”. In altre parole una famiglia. Quella che nella maggior parte dei casi questi ragazzi non hanno avuto. Come Abrams che ha perso i genitori a sette anni ed è rimasto solo.
I ragazzi della scuola ascoltano. Sono due realtà che si incontrano compenetrandosi come solo il mondo dei giovani sa fare, da pari a pari, senza insegnanti e senza alunni.
Dopo il racconto si balla tutti insieme. Perché anche il ballo è una forma di condivisione e un modo di sentirsi liberi. Per divertirsi e per lasciarsi guidare da una passione o da un interesse che in certi casi può anche salvarti la vita.