Ce la faremo

Stava finendo tutto. Niente più serate con gli amici, niente più sport, niente più sogni, niente di niente. La mia vita si era fermata nelle sue braccia, nelle braccia dell’eroina, stavo ormai precipitando. Mi rendevo conto di stare male, di non essere più padrone della mia vita. Ma lei era troppo forte

Spesso quando ero in treno per tornare verso casa, mi capitava di vedere il mio volto riflesso sul finestrino. Non mi riconoscevo più, mi facevo schifo da solo, però questi pensieri duravano troppo poco e di nuovo lei prendeva il sopravvento. Un giorno in uno dei miei viaggi verso Padova per caricare l’eroina, vengo fermato da i carabinieri. Mi trovano con la roba addosso, ero ancora minorenne, avevo 17 anni, così una volta in caserma mi dissero di chiamare mia madre. Non avevo il coraggio, troppa delusione, la feci chiamare da loro. Arrivò in caserma, in un pianto disperato disse: “Cos’è successo?”. Silenzio. Poi vide una busta sul tavolo. “E quella cos’è?”. “Eroina”, gli risposero gli agenti. Non dimenticherò mai più il suo sguardo. Rabbia, amore, impotenza. Delusione. Non dimenticherò mai più il suo pianto, il suo lamento. Ero straziato, dilaniato nel vedere mia madre ridotta a uno straccio. Quella scena mi fece capire veramente a che punto ero arrivato. Avevo toccato il fondo. Mi fece capire che era ora di farla finita con quella vita che aveva portato solo disperazione e rovina. Il viaggio di ritorno verso casa l’abbiamo passato in un silenzio surreale. A un certo punto lei ha fermato la macchina. I suoi occhi erano pieni di lacrime. “Non ti preoccupare, insieme ce la faremo”. Ricordo il suo abbraccio, forte, intenso, pieno di amore. Il giorno dopo ho iniziato a frequentare un’associazione legata a San Patrignano, cui mia madre aveva chiesto aiuto e dopo qualche settimana sono entrato in Comunità.

Articolo di Luca tratto da “Sanpanews-Voci per crescere” N° 58 luglio 2021
Per scoprire come riceverlo: https://www.sanpatrignano.org/sostienici/sanpanews-voci-crescere