Un nodo in gola

Non riesco a spiegare cosa provo dentro. Rabbia, tristezza, delusione, solitudine. Anche in mezzo a mille persone io mi sento terribilmente solo

L’abbandono, il vuoto, una voragine gigante che mi mangia dentro e spazza via ogni emozione positiva rimpiazzandola con vuoti incolmabili. Ecco cosa provo. Mi sento da meno rispetto a qualsiasi persona incontrata, mentre vorrei sentirmi importante, potente, invincibile. Il sogno di chiunque: essere una persona da ammirare. Fin da piccolo sono stato nell’ombra, nella speranza di essere visto da chi reputavo “importante” o “popolare”. Ma non era così. Mi sentivo completamente inutile, non considerato, vittima delle mie emozioni che mi hanno sempre schiacciato. Vivevo rinchiuso nella mia bolla di dolore incapace di reagire per liberarmi dalla sofferenza. La mia è una vita vissuta di corsa per scappare dai mostri che m’inseguono, correndo senza arrivare mai a una meta, andando avanti senza avere uno scopo. Mi sembrava di morire senza aver mai vissuto veramente. Vorrei sputare i miei demoni, liberarmi dal mio malessere vomitando tutte le mie emozioni e sensazioni che da sempre mi hanno reso più debole e fragile. Sento che sto arrivando al limite, sto per scoppiare, ho una voglia pazza di esplodere per buttare fuori tutto quello che ho dentro e mi tormenta. Ma ogni volta che cerco di aprire la bocca per parlare, le parole mi si bloccano in gola e anche se mi sforzo non escono mai. Mi sento bloccato, impaurito, non all’altezza di raccontare ciò che provo per paura di essere giudicato o non ascoltato. A volte mi sembra che alle persone non interessi realmente come stiano gli altri, non scavano fino in fondo e si lasciano trasportare dalla superficialità alla quale questa vita molto spesso ci sottopone. Quando poi mi trovo davanti a qualcuno con il quale mi sento a mio agio, penso che quello che ho da dire non sia cosi tanto importante o interessante da meritare la sua attenzione. La mia sensibilità mi fa soffrire e mi fa sentire diverso. I miei occhi spenti, il cuore infranto, una vita passata ad allontanarmi dalla sofferenza degli altri per immergermi nella mia incastrandomi nel vortice dei miei disagi. La frustrazione mangia le persone, l’invidia e la cattiveria divorano le anime, le mie paure mi tolgono il respiro, facendomi sentire piccolo e indifeso. Tante volte fingo che tutto vada bene anche quando dentro mi sento morire. Vorrei scavare dentro di me per tirare fuori tutto il dolore ma poi ho il timore di non trovare la forza di affrontarlo. È più semplice fare finta di niente, andare avanti senza fare la fatica di spingersi oltre rimanendo sempre un passo indietro. Penso che tenermi tutto dentro non mi faccia stare bene, ma mi sembra sicuramente meglio che affidarmi a qualcuno che poi mi potrebbe giudicare o tradire. Non riesco a condividere i miei stati d’animo, non riesco a parlare con le persone per farmi conoscere. Mi chiudo a riccio e non faccio entrare nessuno nella corazza che mi costruisco quando le mie insicurezze prendono il sopravento e superano la voglia di liberarmi. Ma sono anche consapevole che questo mio meccanismo è molto pericoloso. È un modo di essere che dopo un po’ di tempo mi potrebbe portare a fare scelte sbagliate o ad arrendermi invece che a lottare. Non conosco un’altra realtà, non conosco una via d’uscita o una strada più serena e pacifica. Ho voglia di essere amato, di essere importante e accettato ma accomodarmi nell’ abitudine di stare da solo mi fa sentire più sicuro e protetto.

Articolo di Sheila Lopez, tratto da “Sanpanews-Voci per crescere” N°68-maggio-2022
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