Chi è lo stupido?

Ho conosciuto Gabry in prima media tramite un amico comune. Siamo subito entrati in sintonia, diventando inseparabili. Entrambi andavamo bene a scuola, ma piano piano i voti hanno incominciato a peggiorare e non siamo più riusciti ad essere costanti nello studio. Quando stavo con lui non mi preoccupavo più così tanto di far bene le mie cose. Sono Samuel, ho 19 anni e vengo da un piccolo paese della Lombardia dove abito con mia madre. Mio padre non sta più con noi, anzi praticamente non c’è mai stato, visto che i miei si sono separati quando io avevo poco più di un anno. Da circa due, sono a San Patrignano e sono arrivato perché ho fatto un bel casino.

Tra la fine delle medie e l’inizio delle superiori, ho affrontato un momento molto difficile, durante il quale ho perso più di 15 chili in poco tempo. Desideravo piacere, cercavo l’attenzione da parte del gruppo dei compagni e visto che mi vedevo grasso e brutto, ero tremendamente insicuro e mi giudicavo inferiore, incapace di guadagnarmi la stima di chicchessia. La sofferenza mi ha fatto perdere tutto quel peso. Ho fatto di tutto per riuscire a raggiungere quello che volevo. La mia famiglia ha affrontato la situazione in modo forse troppo superficiale, accettando il primo responso del medico di famiglia senza andare a scavare in profondità, alla radice del problema. E io ho reagito come era facile prevedere. Ho cominciato a guardarmi attorno per trovare spazi e persone che mi facessero sentire al sicuro e ho finito per trovare l’appoggio delle compagnie sbagliate, che affrontavano tutto sballandosi di canne e altre droghe. E’ stato Gabry a portarmi fino a lì. Era lui quello che trascinava l’altro in tutto e insieme ci siamo addentrati sempre di più in quel mondo di emozioni distorte, amicizie incomplete e ricordi confusi. Eravamo sempre assieme e insieme decidevamo ogni giorno cosa fare. È stato veloce il passaggio dal fumare canne tutti i giorni ad iniziare con altre droghe fino alla cocaina. Il rapporto con i miei genitori stava cambiando. Io ero diventato ingestibile. Mio padre non era più a casa con noi e mia madre non riusciva a farmi ragionare. La odiavo, perché mi rompeva continuamente e cercava di impedirmi di fare quello che volevo. Per questo motivo la mia, come la famiglia di Gabry, provavano a dividerci e questo mi faceva stare molto male. Sono scappato di casa un botto di volte e mamma era costretta a chiamare i carabinieri per trovarmi. Credevo di essere diventato il più ‘figo dei fighi’ e nessuno poteva fermare la mia corsa. Ero quello che vendeva il fumo, prendeva l’ MD, tirava cocaina e tutti gli altri per me risultavano dei mezzi falliti. Ero entrato in un tunnel dove non c’era spazio per altre amicizie, per lo sport, né per interessi che avrebbero potuto in qualche modo allontanarmi dalla strada che ormai avevo intrapreso. Qui a Sanpa ho cambiato radicalmente prospettiva. Sapete cosa mi ferisce di più? Rendermi conto che Gabry non era un amico, che mi ha trascinato dove voleva lui e che è sparito quando le cose iniziavano ad andare male. Mi ha scritto solo una volta da quando sono in Comunità e solo per raccontarmi le serate sballate che ancora fa e tutte le droghe che ancora prende. Come se non avesse compreso dove mi trovassi e cosa stessi facendo qui. Dall’altra parte, invece, ho avuto notizie di un altro amico, Giulio, cui davo del coglione, come a tutti quelli come lui: bravi a scuola, nello sport con le idee chiare e obiettivi da raggiungere. Lo avevo messo da parte e adesso, dopo il diploma. è andato a studiare a Firenze, vive da solo e si sta realizzando. Io invece sono qua, e per fortuna direi, perché chissà cos’altro avrei potuto combinare se non mi fossi fermato. Chi era il coglione allora? Cosa c’ho guadagnato io a guardare dall’alto in basso tutte quelle persone che s’impegnavano per realizzare il proprio futuro? Se la risposta fosse “niente” sarebbe già un compromesso accettabile, ma la mia realtà racconta di una madre in preda al dolore, di possibilità scolastiche gettate al vento, di amicizie mai coltivate e incomprensioni che non si chiariranno mai, di futuro incerto e tantissime cose che avrei potuto, anzi dovuto imparare, ma non l’ho fatto mai. Se c’è qualcuno, che dopo avere letto queste parole, crede ne sia valsa la pena, allora è ancora più stupido di quanto lo sia stato io.

Samuel
Tratto da “Sanpanews – Voci per crescere” N°49 Ottobre 2020

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