La mia Milano

Milano, la mia Milano. In alcune sere d’estate, a ridosso tra il tramonto e la notte, si respira un’aria quasi elettrica. È questo il profumo che me la ricorda. Il profumo di serate in cui pensi che tutto sia possibile e il cuore batte veloce

Milano, la mia Milano. La Milano della movida, dei locali, delle sfilate, delle discoteche, degli uomini in giacca e cravatta, dell’alta finanza e della tecnologia.

La Milano delle belle donne e dell’alta moda. Milano che vuole la rivoluzione e la pretende a gran voce sdraiata sul divano. Milano al risparmio e limousine in doppia fila. La Milano che adora gli ‘happy hour’. La Milano delle serate, di quelli che contano: fabbriche intere sgomberate, riqualificate, modernizzate e poi rioccupate, ripitturate e riempite di gente. Milano che benpensa, comoda nelle sue pellicce e fa la fila alla raccolta firme di Greenpeace. Milano sempre ammassata davanti alle mense e all’Apple Store. Milano superinformata 24h su 24: Belen, la Ferragni, Icardi, il derby, Fedez, la settimana della moda, i saldi. Perde la pazienza quando all’incrocio viene fermata da giocolieri e lavavetri mentre la radio parla di Rogoredo. La Milano delle scuole, dell’istruzione: delle università italiane piene di cinesi e delle università cinesi piene di italiani. Milano sempre in stazione ad aspettare tutto tranne che il treno. Milano dei giardini, parchi e parchetti con i cespugli di siringhe in fiore. Milano dei quartieri e delle piazze che urla arrabbiata all’altra sua dolce metà con i tappi nelle orecchie. Milano che non gliene frega niente di quanto tu ti senta minuscolo perché i suoi palazzi saranno sempre e comunque più alti. Milano la mia storia d’amore, tanto folle e particolare che non tutti riescono ad apprezzarla. Milano, una ragazza dagli occhi tristi che non è scontato riuscire a comprendere. La Milano, la mia Milano del tutto troppo e nulla in cambio.

Margherita