Oltre quello che vedono gli occhi

Dove abitavo io non c’era davvero niente. O meglio: c’erano delle cose, ma nessuna di queste mi interessava

Non avrei voluto abitare in campagna. Stavo tutto il giorno chiusa in camera mia, a guardare i disegni di mio fratello. Lui rappresentava teschi, scheletri, mostri e soggetti cupi. Avevo 8 anni e mi stavo innamorando del mondo dark, attraverso di lui, senza rendermene conto.

Prendevo un foglio e una matita e mi mettevo a disegnare i miei cartoni animati preferiti: non mi serviva nient’altro per star bene. Gli altri mi vedevano fare dei segni su un foglio; in realtà io stavo entrando in un altro mondo, il mio mondo, che nessun altro doveva vedere. Infatti non facevo vedere a nessuno i miei disegni. Ho passato tanto tempo da sola, chiusa in casa, lontana da tutto e tutti, finché non ho conosciuto ragazzi che erano come i miei disegni: cupi.

Ero appena arrivata alle superiori, ho cominciato a uscire con loro, a fare quello che facevano loro. Volevo essere proprio così. Trasgressiva. Volevo scappare da quel piccolo paese di campagna che mi opprimeva, distruggere i canoni della mia vita, gli orari e il buonsenso. Volevo abitare solo nel mio mondo, allontanando la realtà. Per questo li seguii ovunque, a qualunque condizione. Non avevo idea di cosa fosse una vita normale, non mi interessava. E quando mi trovai davanti l’eroina non seppi dire di no.

Ho vissuto per tanto tempo così, portando avanti una doppia vita, senza far sapere niente a nessuno di quello che accadeva nella mia vita. Passavo il tempo a trovare i soldi, a farmi, nascosta in casa o da qualche altra parte con quei due o tre soggetti. Sono anche andata all’Accademia d’arte, pagandomela da sola, pur di non coinvolgere nessuno.

Riuscivo a fare quella vita senza che nessuno se ne accorgesse, prendendo in giro la vita reale e tutti quelli che pensavano che non potessi vivere così. Ma a un certo punto ho dovuto aprire gli occhi. Disegnavo opere bellissime che non vedeva nessuno. Vivevo tante vite, con tante persone, ma non c’era nessuno che mi conoscesse davvero. Mi sono accorta che avevo bisogno di una mano quando ho fatto del male a una persona che mi voleva davvero bene.

Il mio ragazzo conosceva la mia situazione e voleva aiutarmi, anche se non sapeva come fare. Dopo l’ennesima volta che l’ho preso in giro, ho deciso di dare una svolta alla mia vita. Per davvero. Oggi, dopo tre anni e mezzo che mi trovo a Sanpa, ho deciso di pubblicare i miei disegni. Ho deciso di farlo per far vedere a tutti chi è davvero Veronica, dove riesco a esprimere me stessa come non riesco a farlo da nessun’altra parte. Vorrei trasmettere a tutti quelli che hanno letto questa storia, che il bello delle emozioni è esprimerle, avere qualcuno a cui dire come ti senti. Questo è il mio mondo.

Veronica

Tratto da “SanpaNews”. Scopri come riceverlo