Una corsa senza tempo

Sono quasi le 5 del mattino, suona la sveglia, la stanza è buia. Intravedo a fatica il pavimento. Scivolo lentamente dal letto a castello, senza far alcun rumore, perché non voglio svegliare le mie compagne

In salone ho già preparato tutto quello che mi occorre. Indosso i vestiti, raccolgo i capelli in una coda strettissima, rientro in bagno, mi do un’ultima sciacquata al viso con l’acqua freddissima. Torno in salotto e mi allaccio le scarpe facendo due doppi nodi stretti, così non possono sciogliersi. Apro la porta di casa e incontro le mie compagne “d’avventura”. Siamo pronte, ci giriamo e partiamo per la nostra corsa. Facciamo il primo giro, sono in affanno, ma è solo l’inizio, non devo fermarmi, devo solo spezzare il fiato. Ancora non ho terminato il giro e mi sento già meglio, felice, libera. Corriamo, corriamo, non abbiamo freni, nulla ci può fermare. Il mio respiro si è regolato, sento dentro di me un fuoco, mi sento vibrare, mi sembra di scappar via, inseguita da un’enorme nube nera. Non mi fermo, non rallento, non perdo il ritmo, come se ad aspettarmi alla meta ci fosse una collina paradisiaca, e in un certo senso è proprio così. Eccomi, sono arrivata in cima alla salita, mi fermo, mi volto e di fronte a me c’è un panorama magnifico. C’è una luna maestosa sopra San Marino. Rimango a guardarla. Guardo il colle. Lo faccio ogni giorno e ogni giorno è diverso, mi stupisce e mi regala sensazioni diverse. Oggi penso ai miei 7 anni. Mi piaceva da morire correre con i miei amici. Ricordo le gare spericolate, la mia voglia di vincere, le rosicate per ogni sconfitta, le risate. Era tutto così semplice e bellissimo. Penso alla mia passione, che avevo smarrito. Penso ad allora e sorrido pensando che Debora si è ritrovata.

 

Debora

 

Tratto da “SanpaNews”. Scopri come riceverlo.