Il sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi a San Patrignano: “La prevenzione passi per la scuola”

In visita per la prima volta alla comunità, ha incontrato con piacere i ragazzi e ribadito il suo convinto “no” alla legalizzazione della cannabis

“Dicono che vogliono legalizzare la cannabis per dare un colpo mortale alle mafie. Purtroppo così daremo un colpo mortale ai ragazzi e alle loro famiglie”. Difficile essere più chiari e diretti in materia di legalizzazione di Gabriele Toccafondi, Sottosegretario del ministero per l’Istruzione oggi in visita a San Patrignano. Per la prima volta in comunità, ha subito chiarito la sua posizione in merito al tema: “Sono contrarissimo non per partito preso e non in maniera bigotta. Lo dico perché ho conosciuto persone che hanno vissuto il dramma della dipendenza e perché nelle comunità di recupero ci vado e ci sono andato. Parlo con i ragazzi e con le loro famiglie e vedo che è un percorso di distruzione materiale e fisica della persona. Il 95 per cento di loro ha iniziato con le cosiddette droghe leggere”.

Il sottosegretario, durante la visita, si è intrattenuto a lungo a dialogare con i ragazzi: “Entrando qua si intuisce la grande attenzione nei confronti della persona. Mi ha sorpreso il fatto che siano tutti disponibili, tutti salutino e nessuno abbia timore di raccontare la propria storia. E’ un percorso di recupero non semplice, ma trovano il coraggio di affrontarlo. Un percorso bello per la persona e per la famiglia. Un percorso che parte dalla scuola, con i tanti ragazzi che riprendono a studiare, e dal saper fare, con tanti ragazzi che imparano un mestiere”.

Oltre a visitare caseificio, grafiche e cantina, è parso davvero interessato al progetto di prevenzione WeFree che la Comunità porta in tutta Italia incontrando ogni anno oltre 50 mila studenti: “E’ fondamentale che la prevenzione entri nelle scuole perché non è più la scuola del libro ‘Cuore’. Oggi è fatta da ragazzi che sono bombardati di messaggi e per questo deve accompagnare e prendere per mano i bambini e i ragazzi e farli diventare adulti. Da qualche decennio questo ruolo si era affievolito. Noi stiamo tentando di far ritornare la scuola un luogo di cultura e coscienza. A scuola si diventa grandi e maturi. In questo c’è bisogno di maestri che possano accompagnarli, ma la scuola da sola non può fare tutto. Deve dialogare con la realtà che la circonda e in questa realtà c’è anche San Patrignano. Anche perché fra le emergenze educative c’è anche quella dell’uso delle droghe, dell‘abuso di alcol, l’idea dello sballo per divertirsi. Occorre che chi ci è passato possa raccontare la sua esperienza. E’ l’unico strumento educativo vero che può aiutare i nostri ragazzi a fare delle scelte e non sbagliare”.