Nera e bellissima

Cammino, perso per le strade che conosco da sempre, perso nei dettagli che avevo scordato. Tra le mani una bottiglia di vino per brindare ogni tanto a questa nuova realtà sempre identica a se stessa, che però ora guardo con occhi diversi. Come quando ascolti una canzone e non ti trasmette niente, che però riascoltandola in un altro momento, con un altro umore, ti accorgi di quanto sia bella e profonda e vera.
La realtà per me è questo ora, una bellissima canzone.
Cammino sotto questo cielo grigio del quale non mi faccio scappare nessuna sfumatura, un cielo che qualcuno direbbe: “non promette niente di buono”, ma per quel che mi riguarda, il solo fatto che ci sia, lassù sopra la mia testa, è la conferma che ha mantenuto la promessa che mi aveva fatto in quei giorni nei quali non potevo guardarlo.
Cammino perdendo un passo dietro l’altro, perdendomi un passo dopo l’altro. Il paesaggio tutt’attorno sembra immenso e sconfinato, piccolissimo ora che posso di nuovo camminare fino a perdermi. Guardo curioso strade e sentieri di campagna e mi sembrano possibilità, scelte che mi sono state messe di fronte.
Cammino ancora, mentre lentamente il giorno si è fatto sera e la sera si è fatta notte, la prima notte.
Parlando, scherzando, l’ho immaginata e raccontata almeno mille volte e in mille modi diversi la mia prima notte, io ubriaco di vino, liquore e caffè a sudare smorfie tra le cosce di una puttana nera e bellissima.
Troppo spesso la realtà è molto diversa dalla fantasia, ma non sempre è peggiore, infatti ora sono qui, ubriaco di vita a sudare emozioni tra le cosce di una notte nera e bellissima.
Cammino sotto i lampioni che illuminano questa mia prima notte, cammino e mi sembra di cercare qualcosa, sono sicuro se mi vedesse qualcuno penserebbe: “chissà cosa sta cercando quel tipo per strada a quest’ora di notte?” .
Chissà cosa sto cercando? Mi chiedo io mentre cammino.
Un lampione dopo l’altro, un passo dopo l’altro, mi sembra di trovare qualcosa nella mia ombra, un’ombra che a tratti mi segue e a tratti mi supera, mi cammina sotto i piedi, sfuma, scompare difronte a me per ricomparire alle mie spalle, a seconda di quanto distano i lampioni sotto i quali cammino.
Ora la luce è proprio sopra la mia testa e quel mio scuro compagno di passi è quasi scomparso sotto i miei piedi, allungo la gamba destra, faccio un passo, poi un altro e d’un tratto capisco, trovo quel che stavo cercando.
Questi lampioni sono tanti, la loro luce è finta, artificiale, ma fra qualche ora sorgerà il sole, luce vera e calore, sarà basso all’orizzonte e disegnerà una mia ombra, tenue, sottile e lunghissima, l’ombra di quel che sarò.
Il mio futuro è quel che stavo cercando e ce l’avevo sotto i piedi, lo stavo calpestando.