Caro Diario ti scrivo…

Mi sento come dentro una bolla, non capisco bene. Provo mille emozioni come rabbia, dolore, solitudine…
Tutti ridono. Ora lo faccio pure io.
La realtà è che io non vorrei ridere, ma farlo mi fa sentire meno peggio.
Ridono perché mi prendendo in giro, ed io ci sto male. Molto male.
Lo fanno perché io non sono come loro.
Non mi piace fumare, non mi piace bere, non mi piace dovermi vestire di abiti costosi solo perché portano impresso un nome..un vestito “di marca”, come si dice.
In classe è tutti i giorni la stessa storia. Entro in classe. Mi siedo. All’inizio sono sempre un fantasma. Nessuno mi vede. Dopo che il sonno lascia spazio alla giornata, iniziano a vedermi.
Dapprima partono palline di carta che hanno masticato che mi sputano addosso. Io faccio finta di niente.
Però facendo così si infastidiscono di più. Quindi continuano imperterriti. Iniziano a chiamarmi sfigato. Mi dicono che sono una nullità. Mi dicono “a merenda ci vediamo” con quella smorfia che tanto mi incute timore. Poi, l’ora tanto odiata arriva. La ricreazione. Tutti chiacchierano, mangiano, scherzano, qualcuno va a fumare la sigaretta.
Io rimango solo a fare da spettatore a tutto ciò, mangiando il panino che mia mamma mi ha preparato con tanto amore. Non sa che quel panino, puntualmente, finisce nelle mani di qualcun altro.
Infatti puntuali arrivano, cerco di ignorarli, ma ecco che iniziano. “Eccoci sfigato, pensavi di cavartela oggi, invece no, non ci siamo scordati di te, non lo faremo mai” e come tutti i sacrosanti giorni mi prendono il panino e lo danno a uno di quel gruppo, infine cominciano a prendersela con qualcosa di mio… un giorno è una scarpa, un giorno l’astuccio, un giorno un libro… il tutto vola fuori dalla finestra, dentro il cestino dell’immondizia e quando mi va peggio finisce dentro il water.
Oggi mi stanno dicendo che non sono come loro, sono uno sfigato perché non ho una ragazza.
Caro diario, in realtà una ragazza che mi piace c’è, ma non riesco a dirglielo perché tanto già so che lei, quelli come me, non li caga!! Come faccio?? Insomma, sono venuti da me dicendomi questo e hanno iniziato a strattonarmi e a spingermi. Sono finito contro lo spigolo della cattedra. Mi sono fatto male, ma mi hanno minacciato dicendomi che se lo avessi detto a qualcuno avrei passato l’inferno. Avrei voluto rispondergli che l’inferno lo vivevo tutti i giorno per colpa loro, invece ho riso e gli ho detto di stare tranquilli. Infatti quando arrivò la prof e mi chiese cosa avevo fatto, gli dissi che ero inciampato.
Non so più cosa fare diario. Scrivo a te perché non ho nessuno con cui parlare. Non posso parlare con i miei genitori perché andrebbero dai professori e in quel caso… bhè, non oso neanche immaginare.
Ho paura. Non vorrei più esistere. Non vorrei più vivere.
Sono stanco di soffrire.. e poi, per cosa? Per cosa diario? Per essere l’oggetto di risate di queste persone che non hanno nulla di meglio da fare… No diario, non ce la faccio più!
Ho 16 anni e non ho una vita. Ho 16 anni e non ho mai conosciuto la felicità. Ho 16 anni e non ho mai avuto un amico. Ho 16 anni e sono stanco di vivere.