Ho finalmente cambiato prospettiva

Ho conosciuto Fabrizio in prima media tramite un amico comune. Siamo subito entrati in sintonia diventando inseparabili. Entrambi andavamo bene a scuola, ma piano piano i voti cominciavano a peggiorare e non riuscivamo più ad essere costanti nello studio. Quando stavo con lui non mi preoccupavo più così tanto di far bene le mie cose. Ero io quello che trascinava l’altro e in quel periodo sento per la prima volta di aver bisogno di nuove amicizie, perché i cosiddetti ragazzi per bene per me erano degli sfigati e io volevo sentirmi più forte e più in gamba. Tra la fine delle elementari e l’inizio delle medie, ho affrontato un momento molto difficile, durante il quale ho perso più di 15 chili in poco tempo. Stavo male dentro a livello inconscio. Desideravo piacere, cercavo l’accettazione da parte del gruppo tramite l’aspetto fisico e, visto che mi vedevo grasso e brutto, ero tremendamente insicuro e mi giudicavo inferiore, incapace di guadagnarmi la stima di chicchessia. La sofferenza mi ha fatto perdere tutto quel peso. Ho cominciato a guardarmi attorno per trovare spazi e persone che mi facessero sentire al sicuro e ho finito per trovare l’appoggio delle compagnie sbagliate, che affrontavano tutto sballandosi di canne e altre droghe. Così, io e Fabrizio, ci siamo addentrati sempre di più in quel mondo di emozioni distorte, amicizie incomplete e ricordi confusi. Ero entrato in questo tunnel nel quale vendevo il fumo, prendevo l’MD, tiravo cocaina e tutti gli altri per me erano dei falliti. Un tunnel dove non c’era spazio per altre amicizie, per lo sport, né per interessi che avrebbero potuto in qualche modo allontanarmi dalla strada che ormai avevo intrapreso. Qui a San Patrignano ho cambiato radicalmente prospettiva. Sono qua, per fortuna direi, perché chissà cos’altro avrei potuto combinare se non mi fossi fermato. Chi era il coglione allora? Cosa ho guadagnato a vestirmi dei panni del bullo? A guardare dall’alto in basso tutte quelle persone che s’impegnavano nella realizzazione del proprio futuro? Se la risposta fosse “niente” sarebbe già un compromesso accettabile, ma la mia realtà racconta di una madre in preda al dolore, di possibilità scolastiche gettate al vento, di amicizie mai coltivate e incomprensioni che non si chiariranno mai, di futuro incerto e tantissime cose che avrei potuto, anzi dovuto imparare, ma non l’ho fatto mai. Se c’è qualcuno che crede ne sia valsa la pena allora è ancora più stupido di quanto io stesso sia mai stato.
Nicolò