Come un villaggio narcos

Ciao! siamo i ragazzi che a San Patrignano si occupano delle aree verdi.
Lo scorso anno abbiamo lavorato ad una simulazione di un villaggio narcos, uno di quei villaggi nascosti nella giungla dove i narcotrafficanti sfruttano i contadini colombiani per la produzione della pasta di coca che poi vendono in tutto il mondo. Al WeFree Day 2011 questa esperienza sarà riproposta.
Volete sapere come abbiamo fatto? Beh! Abbiamo avuto dei supervisori davvero speciali: gli agenti della Equipe Jungla Colombiana, la antinarcotici del paese sudamericano. Aiutati da immagini che ci sono state inviate abbiamo ricreato uno dei laboratori clandestini. Siamo partiti dallo scheletro in legno di quella che sarebbe diventata una rudimentale baracca. Robusta per non farla crollare, ma al tempo stesso fatiscente. Sullo scheletro sono state fissate delle lamiere di scarto e sul tetto abbiamo posizionato un telone mimetico, quelli che si usano per coprire i mezzi agricoli e ripararli dalla pioggia. All’interno abbiamo costruito delle mensole dove erano poggiati i forni a microonde che servono per essiccare le foglie di coca e le vasche dove lavorarle con solventi chimici, liquidi tossici e inquinanti che i narcos usano per lavorare la coca. C’erano anche maceti e falcetti, misurini e bilancini e ovviamente la ‘coca’, ovvero stucco in polvere.
Perché è stato riprodotto questo villaggio narcos durante il WeFree Day? L’obiettivo era mostrare ai 2 mila studenti presenti e ai 1.500 ragazzi di Sanpa l’impatto devastante della produzione di cocaina.