Ricordi

Ricordi? Giocavamo a dare un nome ad ogni goccia di pioggia, rintanati in qualche angolo di mondo, rifugi male addomesticati che in quei momenti ci sembravano essenziali, come fossero casa.
Stavamo scappando, adesso mi è chiaro che stavamo scappando.
Ricordi? Io ti spiegavo le canzoni, tu te ne fregavi e restavi zitto ad ascoltarmi, facevi solo qualche cenno con la testa, come a dire che avevi capito, anche se non era vero.
Ricordi? Avevamo la lingua sporca, sporca anche di bugie e continuavamo a raccontarcene.
Se non era scappare quello.. fuga costante ed estenuante da un presente da dimenticare verso un futuro che non distava mai più di qualche ora dal nostro naso.
Non litigavamo mai, chi ne aveva il tempo? Rubavamo le immagini ai ricordi per riuscire a colorarci di qualche emozione, se c’era rabbia era chimica, breve, rabbia con l’interruttore: OFF e poi ci spegnevamo al rallentatore, per svegliarci sudati dopo un sonno senza sogni.
Ci lamentavamo delle cose che andavano bene. Ricordi che c’è stato un tempo in cui le cose andavano bene?
Dove sono finite quelle cose adesso? ormai è tutta paura e voglia di scappare, voglia di luce.
..a volte le bugie sono bellissime, cosi belle che si preferisce restarci cullati, piuttosto che essere esposti alla violenza della verità.
Quando si è abituati al buio, la luce fa male agli occhi..
Ricordi che eravamo ciechi? Parlavamo del futuro, ma non ci rendevamo conto che non ci sarebbe mai stato un futuro se non fossimo riusciti ad accettare il presente. L’unico presente che avevamo non ci piaceva e lo ignoravamo, inconsapevoli che in quel modo il futuro avrebbe ignorato noi.
Ricordi che nessuna parola aveva senso davvero? Io me ne sono accorto solo dopo, quando ormai era tardi, quando ti ritrovi a dover cercare un senso a cose più grandi delle parole, più grandi delle emozioni, quando ti ritrovi a dover cercare un senso a te stesso..
Ricordi se allora credevamo di avercelo un senso? Chissà se ce lo siamo mai chiesti?
Io citavo poeti morti di cirrosi e li invidiavo, tu guardavi le ragazze degli altri e invidiavi la facilità con la quale la gente si espone ai rischi che comportano le relazioni.
Io ululavo al soffitto del tunnel..
Tu mi dicevi di guardare la strada, guidi come un cane, mi dicevi..
Ricordi come facevamo vedere i denti al mondo intero quando provava ad entrare nella nostra vita? Erano denti guasti i nostri, non sapevamo davvero ringhiare, mostravamo denti finti.
Avevamo una paura fottuta che potesse crollarci addosso quel nostro castello di stuzzicadenti, quel castello che per fortuna poi è crollato, dandoci così una possibile reincarnazione.
Te le ricordi le stelle? Non ci siamo mai presi il tempo per stare a guardarle, vivevamo di fretta con una lentezza micidiale. Che vita!
Adesso tutto sembra lontano, ma allo stesso tempo io so che potrebbe essere dietro l’angolo.
Te la ricordi questa sensazione vero?
Neanche a chiederlo, io so bene che la ricordi, esattamente come la ricordo io.
Certe cose non si possono dimenticare.. per fortuna!