Nulla di male…

A scuola non andavo bene, non mi piaceva molto studiare e a volte mi sentivo inferiore agli altri ragazzi. Le prese in giro erano la routine, mi sembrava tutto un inferno…

Quando arrivò il momento di scegliere le superiori, su consiglio dei miei genitori e per non deluderli, mi iscrissi all’istituto agrario. Pur di farli contenti arrivavo addirittura a fare ciò che in realtà a me non piaceva e questo mi faceva stare male. Con loro non riuscivo a parlare, a raccontargli quello che sentivo, quello che provavo, le difficoltà, le paure. Non parlavo mai delle prese in giro a scuola, del bullismo, delle frasi offensive. Mi tenevo tutto dentro perché pensavo che nessuno potesse capirmi veramente.

In seconda superiore mi bocciarono, così cambiai istituto. Mi ritrovai in una zona totalmente diversa. Lì, in una città così distante dalla mia mi sentivo più libero, potevo ricominciare da capo, tanto non mi conosceva nessuno. Cominciai a fare amicizia con qualche ragazzo. Provai ad andarci d’accordo, a stringere dei legami, ad assecondarli in ciò che facevano… iniziai persino a fumare le canne quando ero in loro compagnia, ma lo facevo solo per farmi vedere uguale a loro.

Pensavo che qualche canna non facesse nulla di male, in fondo non mi piaceva neanche e non le fumavo spesso.

Gli anni passarono, finii le superiori, ero lo stesso ragazzo di sempre…

Poi, però, a 20 anni conobbi un ragazzo… Eravamo colleghi e capii presto che aveva agganci con il mondo della droga. Un giorno mi parlò della cocaina. Non so cosa scattò in me. Ci mettemmo d’accordo, il giovedì era il giorno in cui in ufficio c’eravamo solo noi. Lui tirò fuori una bustina, il cuore mi batteva forte, ma ero troppo curioso. La provai insieme a lui, quasi per gioco, come avevo fatto anni prima con le canne. Da quel giorno la mia vita cambiò radicalmente. La droga divenne il mio passatempo per eccellenza e un modo per conoscere tante altre persone.

Non me ne rendevo conto, ma la situazione degenerava giorno dopo giorno. Mi persi. Era partito tutto come un gioco, con molta leggerezza… tanto a me non sarebbe mai successo niente di male, ma la verità era che non riuscivo più a fermarmi. Mi ci vollero molti anni per accorgermi di quello che stava succedendo davvero… ho dovuto toccare il fondo per accorgermene, per tornare ad essere il vero me stesso…

Tratto da “SanpaNews”. Scopri come abbonarti.