Il mio sogno

Sono sdraiato sul letto e guardo le pareti della mia stanza sono piene di poster del mio calciatore preferito. Ma è davvero il mio calciatore preferito???

In effetti, se potessi scegliere io, non giocherei mai a calcio. Il calcio, io lo odio.

Fra un’ora devo andare all’ennesimo allenamento, mio padre mi sta già pressando di messaggi su whats app.

“Hai mangiato leggero?”

“Non andare su quel maledetto skate”

“Non fumare perché altrimenti non riesci a correre”

“Ti passo a prendere fra dieci minuti, fatti trovare pronto”

Basta! Questa situazione mi sta stressando, se solo mio padre mi capisse.

Mio padre vorrebbe che diventassi un calciatore professionista, uno di quelli famosi, uno di quelli che si sposano le veline, uno di quelli con i soldi, ma questo è il suo sogno!

Il suo entusiasmo, quando da piccolino mi ha visto calciare per la prima volta un pallone, mi ha condizionato e le sue scelte con il tempo sono diventate le mie.

Ora sono in un labirinto senza uscita, un attore sbagliato di una vita non sua e il futuro mi spaventa perché oltre al calcio non so fare nulla e ho paura di deludere le aspettative di mio padre che sta vivendo, a differenza di me, la vita che non è mai riuscito a vivere.

Ancora messaggi…

“Sono in ritardo”

“Chiamo io l’allenatore non preoccuparti”

Guardo snervato il display, mi chiama soltanto per questo maledetto calcio. Sospiro, allungo la mano nello zaino di scuola, prendo quello che mi serve e mi rollo una canna.

Mi sballo, così la mia vita mi fa meno schifo.

L’allenamento quel pomeriggio è andato malissimo, l’allenatore mi ha cacciato dal campo, mio padre si è arrabbiato terribilmente e nella macchina per tutto il viaggio di ritorno mi ha urlato contro tutto il suo odio.

Quella stessa sera abbiamo litigato anche in casa, ho litigato con mia madre, ho urlato, spaccato bicchieri, ho terrorizzato i miei fratellini che si sono messi a piangere.

Mi sono chiuso in camera e piangendo dalla rabbia mi sono chiesto perché dovevo vivere così e perché non potevo essere felice.

In fondo al cuore, so benissimo cosa devo fare e questa decisione porterà non pochi disagi ma sento che è la decisione e che mi ridarà la carica giusta per affrontare le mie giornate perché finalmente farò ciò che fin da piccolo avrei voluto fare.

In preda ad un ritrovato entusiasmo per la vita, la mattina seguente ho buttato l’erba rimasta nello scarico e sono andato a scuola con un insolito sorriso stampato sulle labbra, finalmente darò voce alle mie passioni, la musica sarà il mio futuro!

 
Tratto da “SanpaNews”. Scopri come riceverlo.