Calze viola ciclamino

Mi presento. Mi chiamo Silvia. Ho 30 anni. Sono della Vergine e purtroppo ne possiedo tutte le caratteristiche negative. Non me ne vogliano quelli del mio stesso segno! Sono abitudinaria e pigra, anche se a me piace dire che amo prendermela comoda. Pigra mi sa tanto di scansafatiche! Mi piace avere tutto sotto controllo, tutto preciso, organizzato. Gli imprevisti mi sballano il bioritmo, rischio seriamente di andare fuori di testa.

Sono figlia unica. Non ho hobbies particolari. Canticchio, non sono per niente sportiva. Non so disegnare. Leggo molto: SI’ riviste, SI’ romanzi, SI’ avventura, SI’ thriller, NO saggi storici, NO libri troppo impegnativi in genere. Mi affascina la psicologia, le menti complesse in genere e i test che cercano di ‘spulciare’ nell’animo e nella testa delle persone. Sono tendenzialmente romantica, quella che ancora crede che prima o poi , il ‘tipo’ con il mantello azzurro arriverà, direi parecchio sognatrice e poco concreta. Ma prima non avevo detto che ero precisa e iper organizzata? Vabbè , proseguiamo. Mi piace stare in mezzo alla gente eppure riesco sempre a risultare fredda, distaccata e a volte pure antipatica. Una che se la tira insomma. Ma come si fa poi a spiegare a tutti che se sembro così è perché quando le paranoie stile ‘chissà cosa pensano adesso di me che stamattina mi sono messa su questi stupidi collant viola ciclamino che con le scarpe verdi non c’entrano una cicca?’ mi assalgono, meglio girare le spalle e risultare scontrosa e acida piuttosto che dire a me stessa: HO PAURA. Paura di sentire ancora quel drammatico bisogno di scomparire, di non esserci.

‘Tua figlia ha i tuoi stessi capelli, non stanno da nessuna parte, non sai come pettinarli, tanto sembrano sempre in disordine’. Io ero in piedi davanti allo specchio. Sei anni di bimbetta, secca secca, che guardava la sua immagine già ‘sbagliata’ per chi in realtà avrebbe dovuto amarla più di ogni altra cosa. Avrei voluto essere ovunque tranne che lì. Mia nonna mi spazzolava con rabbia, brontolando contro i miei ciuffi biondi che non ne volevano proprio sapere. Accadeva tutte le mattine. Tutte le sante mattine! Mentre mia madre correva tra il bagno e la camera: sempre di fretta, sempre impegnata. Lavorava tanto la mia mamma. Era sola. Mi stava crescendo da sola, con l’aiuto della nonna, che gli anni, gli acciacchi, il peso di una vita non ‘buona’ avevano reso purtroppo insofferente verso tutto e tutti.

Sono cresciuta in continuo conflitto con lei, litigavamo spesso. Lei voleva che cambiassi il taglio dei capelli, che mi vestissi in un’altra maniera, che mi comportassi da signorina, ma per quanti sforzi facessi niente riusciva a soddisfarla. Quello che provavo stando con lei, quello che vivevo, era che non riuscivo mai ad essere abbastanza, mai all’altezza delle sue aspettative. Inoltre nonna litigava spesso anche con mamma. I motivi erano più o meno gli stessi per cui si arrabbiava anche con me, ma la mamma le rispondeva, accidenti se le rispondeva! Poi però sbatteva la porta e se andava di casa. Io, invece, rimanevo lì. Ore, giorni, anni. Non ero mai vestita bene, non sapevo abbinare i colori, i capelli troppo corti, troppo lunghi. Restavo davanti allo specchio chiedendomi cosa ci fosse poi di così sbagliato in me! Con la mamma, nonna non aveva mai ottenuto niente. Stava trasferendo su di me tutta la sua frustrazione, ma io non c’entravo. Io non ero lei.

‘Chissenefrega!!! Sai che c’è ….chissenefrega!’ Ci ho messo tanto per urlarlo alla mia faccia che mi guardava con occhi insoddisfatti. ‘Chissenefrega nonna se non ti vado mai bene, chissenefrega a tutti’. A me piace il viola ciclamino e mi piace abbinarlo al verde acido.

Non è facile però! Non è mai stato facile portare in giro le mie insicurezze. L’unica soluzione che ho sempre avuto è stata quella di allontanarmi dagli occhi impietosi e dalle bocche stracolme di giudizio di chi ho conosciuto, prima che assomigliassero a quelli che guardavo ogni mattina nello specchio della stanza della mia nonna.

Sono arrivata a scegliere altri occhi. Quelli che guardavano altro da me. O quelli a cui andavo bene così. Forse non si accorgevano neanche delle mie calze viola ciclamino. E a me non importava. Perché ad un certo punto non interessavano più neanche a me. Con loro mi sono allontanata, sono scappata. Mi sono persa. Tra droga e alcol.

Ci ho messo un po’ a ritrovarmi, a riguardarmi allo specchio, ad accettare le mie paranoie (che ci saranno sempre) a scegliere con chi stare. A scegliere altri occhi. Soprattutto a fidarmi prima di tutto dei miei. Ho ancora paura di non sentirmi mai abbastanza. Ho ancora paura di provare ancora quelle sensazioni. Scontrosa, acida, antipatica…bruttina….chiessenefrega!

Ho comprato due paia di calze nuove. E’ stata la prima cosa che ho fatto quando sono tornata a casa dopo gli anni in Comunità.

Sono piegate, in ordine nel cassetto. Sono della Vergine. Il caos mi fa andare fuori giri. Il colore? Cosa ve lo dico a fare!

Silvia

Tratto da “SanpaNews”. Scopri come abbonarti.