Cicatrici

La nostra storia scritta sulla pelle. O almeno la parte di storia che scegliamo di mostrare. Perché ci sono parti di noi che non mostriamo esplicitamente o piuttosto crediamo di non farlo

I segni del tempo che tutti così ossessivamente tentano di nascondere, le cicatrici di ciò che è stato o di ciò che sarebbe dovuto essere. Cerchiamo costantemente di sotterrare ciò che ci rende deboli, o meglio vulnerabili, senza renderci conto che in realtà la maschera che indossiamo spesso non basta a celare chi siamo veramente. La mattina ci svegliamo e indossiamo la nostra “pelle da palcoscenico” che ci rende carismatici, amabili e protagonisti dello spettacolo che recitiamo per una vita intera. La nostra finta pelle, così pulita immacolata senza un minimo difetto, senza un solo segno dell’erosione del tempo; è comoda e piacevole, alla vista e pure al tatto.

Ma è proprio sotto questa pelle che noi tutti nascondiamo i segreti più bui, quelli che non vogliamo confessare nemmeno a noi stessi. Le nostre piccole imperfezioni, quelle che tanto odiamo e che pur di non vedere mascheriamo sotto un vestito che alla lunga diventa quasi scomodo ma che non riusciamo più a togliere. E allora lo strappiamo di dosso, con tutta la rabbia che vi abbiamo costretto sotto e quando ci leviamo anche l’ultimo brandello, e stiamo senza più maschere ma con dei tagli ancora più profondi di quelli che abbiamo cercato così inutilmente di coprire. Quando alla fine di tutto le ferite si rimarginano, le cicatrici di quel vestito scomodo restano più di quelle che abbiamo provato a nascondere.

E allora andiamo di nuovo alla disperata ricerca di un altro vestito che ci stia meglio del precedente.

Margherita

Tratto da “SanpaNews”. Scopri come riceverlo