Principessa ballerina

Fin da bambina Sara non giocava con le bambole, ma si trasformava in una principessa. Indossava veli, si ricopriva di stoffe, creava lunghi strascichi che in maniera buffa trascinava dietro di sé. Amava quelle gonne lunghe e di stoffa leggera che, girando su se stessa, creavano una ruota

Quando sua mamma gliene comprava una chiedeva sempre: “Ma la fa la ruota?”. Amava i colori, era una bambina solare, amava stare in mezzo alla gente, era educata, estrosa, creativa, la incuriosiva l’astrologia. Tutte le estati, la notte di San Lorenzo, con la sua mamma e sua sorella preparava i lettini e insieme osservavano le stelle. Cresceva con i cartoni animati della Walt Disney: Cenerentola, la Bella e la Bestia, la Bella Addormentata nel bosco, Biancaneve e la Sirenetta. Ad accomunare tutte era il principe e anche lei da sempre ne sognava uno.

Ma crescendo si rendeva conto di quanto la realtà fosse lontana dai suoi sogni, lontana da quel mondo fantastico in cui si era rannicchiata. La realtà le mostrava le delusioni che per lei erano vere sofferenze. L’immagine del principe azzurro era anni luce lontana da quella dell’uomo reale. Nessuna scarpetta per lei, nessuna rosa e nessun bacio che infrangesse incantesimi, nessuna corsa sulla spiaggia. Diversi furono i tentativi dove si sforzò di vedersi accanto ad un uomo, ma le attenzioni che lei cercava non erano mai come lei voleva. Dopo un lungo periodo di solitudine e rassegnazione decise che non si sarebbe più fidata dei principi azzurri. Si rinchiuse in un mondo finto, dove bellezza e freddezza andavano di pari passo.

Tutti i giorni lavorava in un ufficio, ma sembrava non bastarle. Così la notte si trasformava, spesso indossava parrucche, abiti di scena, tacchi altissimi che slanciavano quelle gambe lunghissime, forse troppo magre. Nessuno sapeva chi fosse, non amava fermarsi a parlare e non dava mai troppa confidenza. Entrava nei locali con una sicurezza che sapeva incantare chiunque la vedesse. Raggiungeva la sua postazione e ballava. Era bellissima, un viso e un corpo perfetti. Era come se attorno a lei non esistesse nessuno, ballava , ballava e ballava.

Amava quei vestiti vistosi, particolari, eccentrici proprio come da bambina. Ma qualcosa dentro di lei si era spezzato. Qualcosa a cui non credere più. Tanti erano gli sguardi che cadevano su di lei. Lo sapeva, li sentiva. Li provocava. Ma non ne avrebbe incrociato neanche uno. Mai più. Ogni sera, scendeva da quel palco, le luci si spegnevano, la musica si abbassava e lei se ne andava impenetrabile e schiva, lasciandosi alle spalle sguardi e complimenti. Non cercava più il principe azzurro. Non sognava più di diventare una principessa. Le era rimasta la musica, la voglia di danzare e una gonna lunga poggiata sulla sedia della sua stanza. Faceva la ruota quella gonna. Come quelle che le comprava la sua mamma. La indossava spesso quando rientrava a tarda notte. Era tutto ciò che le restava dei suoi sogni di bambina.

 

Nancy

 

Tratto da “SanpaNews”. Scopri come riceverlo.